Giornata lunga, anzi lunghissima e pesante il 24 giugno in Europa, ma nonostante il Brexit siamo ancora qui ad iniziare solo ad immaginare gli effetti della decisione del Regno Unito di uscire dall’UE. Un commento a caldo sulla Brexit lo hanno lasciato proprio tutti, a partire dal nostro Presidente del Consiglio Renzi che tranquillizzando gli italiani, in conferenza stampa a Palazzo Chigi ha detto che l’Europa è la nostra casa e che va ristrutturata per i giovani che verranno. Ma vediamo non solo quali sono le diverse opinioni dei leader, ma anche quali saranno gli effetti e le cause di questa decisione importante che ha sicuramente cambiato la storia e stravolgerà la vita delle future generazioni.
Un paese, quello inglese, spaccato in due, una decisione che vede crescere ancora di più le discrepanze interne tra Scozia, che ora addirittura vuole instituire un referendum per staccarsi dal Regno Unito; e Irlanda, che non si riconosce nel voto e ha paura di disordini e nuovi conflitti. Se poi consideriamo che molti giovani non hanno votato, sembra che questa sia stata una decisione presa da una generazione vecchia, un pò, xenofoba che non ha analizzato bene le conseguenze del suo voto. Rischiare si, ma sulla pelle delle nuove generazioni, forse bisognava spiegare un pò meglio quali sarebbero stati i disagi a cui andranno incontro gli stessi inglesi in giro per l’Europa.
La libertà di movimento, di lavoro, di sanità, di rapporti internazionali è messa a dura prova da questa nuova prospettiva, una sfida per la Gran Bretagna e anche per i paesi europei che ora tremano per paura di un effetto domino, che possa sollevare gli animi degli antieuropeisti anche altrove.
Tra i possibili effetti, ritornerà probabilmente il visto per viaggiare, anche se a livello turistico, sembra improbabile. Per quanto riguarda il lavoro invece le cose potrebbero cambiare, occorrerà infatti avere un “permesso di lavoro” per restare in Inghilterra e poter lavorare. Addio all’ondata di giovani, anche italiani che si trasferivano a Londra, trovavano una sistemazione e poi facevano i freelance, oppure trovavano un lavoro per pagarsi gli studi, ora lo potranno fare ma le procedure potrebbero essere più complicate. A rischio anche le delocalizzazioni, possibili delle sedi di banche e altre società europee che avevano le loro sedi proprio a Londra. L’Erasmus potrebbe essere sospeso dato che è un progetto finanziato con fondi europei, e l’accesso alle facoltà importanti potrebbe diventare un sogno per gli stranieri europei.
La sterlina subirà una forte svalutazione che comporterà probabilmente disagi agli inglesi, mentre diventerà economico viaggiare in Gran Bretagna. Ma attenzione i voli potrebbero diventare più costosi, a causa di mancati accordi e convenzioni con l’Europa. Per chi lavora all’estero potrebbe verificarsi la necessità di rientrare in paese, oppure trasferimenti per qualsiasi problematica. Il cittadino inglese non sarà più un cittadino europeo, e quindi potrebbe incorrere all’estero in qualsiasi problema di pensione, lavoro, sanità, come qualsiasi extra-comunitario.
Nel frattempo che si deciderà a Bruxelles, il mondo ha fatto sentire la sua voce, anche oltreoceano. Obama, deluso dal voto, confida in una soluzione rapida che non metta a rischio i rapporti internazionali con la sua collega inglese. In campagna elettorale, Donald Trump, invece elogia il voto come la liberazione dell’Inghilterra da parte dell’Europa in crisi. Secondo il candidato alla Presidenza i cittadini vogliono riprendersi i propri confini e i loro popoli, l’Inghilterra è solo la prima di altri casi che ci saranno di uscita dall’Europa. Hillary Clinton, invece, parla di un momento difficile in cui bisogna stare uniti e proteggere le famiglie americane da eventuali ripercussioni.
Anche il Santo Padre ha commentato il caso, parlando di una decisione voluta dal popolo, che va rispettata. A Bruxelles c’è tanta delusione e ora più che mai Germania, Francia e tutti gli altri Stati Membri dovranno rendersi conto che l’Europa così com’è non può andare avanti, c’è bisogno di ristrutturarla, di cambiare direzione; perché forse l’odio dei cittadini è verso questa Europa, così come è impostata, con la sua politica austera che non piace e che promette ma non mantiene.