[dropcap]C[/dropcap]’è un qualcosa di realmente pietoso e scoraggiante in tutta questa storia della Vicepresidenza della Camera e del (non)voto alla Santanchè, previsto per ieri ma rimandato perché il PD, o almeno una parte, ha dichiarato che avrebbe votato scheda bianca; Gli esponenti del Governo (Franceschini, ad esempio) hanno sostenuto che, in caso di sostituzione, era il partito di appartenenza del sostituito a dover scegliere un nuovo esponente, mentre gli altri partiti avrebbero dovuto solo ratificare la decisione. Altri rappresentanti (Orfini, ad esempio) hanno detto, in sostanza: “No, la Santanchè non la votiamo”.
È una barzelletta simile a quella del voto per i presidenti delle Commissioni. In quel caso la vittima quasi sacrificale fu Nitto Palma, indicato dal PDL come candidato alla Presidenza della Commissione Giustizia del Senato; il PD si impuntò, ma votando scheda bianca mica votando un candidato “presentabile” – per parafrasare la Annunziata; Alla fine Palma fu comunque eletto, per la gioia anche, se non soprattutto, del PD.
Salviamo la faccia ma il Governo non cade, gli elettori sono contenti e le poltrone sono stabili, questo il ragionamento tra le righe, ma nemmeno tanto.
Verrebbe un po’ voglia di chiedere una pausa da questa continua irrisione all’intelligenza, un time out dagli atteggiamenti vezzosi ma privi di sostanza di una Sinistra che niente ha di Sinistra. Cosa distingue Nitto Palma o Santanchè da Berlusconi? Le tre condanne? Quelle che il PD non ha voluto commentare? Oppure, quali particolari meriti caratterizzano Miccichè, Biancofiore, Alfano, Formigoni a tal punto da votarli senza battere ciglio come presidenti delle commissioni o da sceglierli nella squadra del Governo? La Santanchè, come altri che invece fanno parte del Governo, era fiera di protestare qualche mese fa davanti il tribunale di Milano, era a Brescia, ed era persino alla manifestazione “Siamo tutte puttana” organizzata da Giuliano Ferrara. Tutte le carte in regola per la Vicepresidenza di Montecitorio, quindi.
Non votare la Santanchè perché “vedete? Noi siamo diversi” assomiglia ad uno che ti ruba tutte e quattro le ruote della macchina e ti dice “però visto che bei mattoni che ti ho messo per reggerla?“. Ed il paradosso, a dir poco clamoroso, è che ci fa anche essere d’accordo con lei quando dice: “Con questa maggioranza niente si decide niente e tutto si rimanda”.
Francesco Marangolo