
Nikoloz Basilashvili con il trofeo di Amburgo 2019 (foto via twitter @hamburgopen)
Dopo le meraviglie mostrate a Wimbledon, i veterani del circuito Djokovic Nadal e Federer, ultratrentenni che dominano la classifica ATP ed i tornei dello Slam praticamente senza che nessuno riesca ad opporsi al loro strapotere, hanno riposato, lasciando spazio alle giovani seconde file che affannosamente li seguono in classifica.
Ci si sarebbe aspettato, quindi, che i giovani top 10 approfittassero delle assenze degli anziani al torneo 500 di Amburgo vicendo il torneo e rosicchiando qualche punto, ma così non è stato. Nel tabellone del classico torneo tedesco su terra rossa di mezza estate, la prima testa di serie era assegnata a Dominic Thiem, venticinquenne austriaco numero 4 al mondo dietro la Trinità del Tennis, mentre della seconda ha goduto l’ancor più giovane promessa Alexander Zverev, ventiduenne numero 5 del ranking. Ebbene, nessuno dei due è stato capace non si dice di vincere il torneo, ma anche solo di approdare alla finale, deludendo ancora una volta le aspettative di chi punta su di loro per assistere ad una successione ai piani altissimi della classifica, dominata da oltre un decennio dai soliti tre di cui sopra.
Il cammino di Thiem si è concluso già ai quarti di finale, dove è stato sconfitto dal russo Andrey Rublev, appena ventunenne numero 78 al mondo, in due tiratissimi set conclusisi entrambi al tie-break. Appena meglio ha fatto Alex Zverev, capace bene o male di arrivare alla semifinale perduta al terzo set contro il futuro vincitore del torneo, il georgiano numero 16 del ranking, e numero 4 del torneo, Nikoloz Basilashvili.

A parziale giustificazione del deludente risultato dei due top 10, occorre riconoscere che i loro vincitori si sono dimostrati i più in forma del torneo, essendo arrivati entrambi in finale; il match tra i due si è dimostrato degno della finale di un classico del circuito ATP sulla terra rossa, ed ha visto prevalere al terzo set le maggiori esperienza e abitudine alle sfide di massimo livello di Basilashvili.

Purtroppo per i nostri colori, ha deluso ancora una volta Fabio Fognini, testa di serie numero 3 del torneo, che non ha saputo approfittare delle prestazioni non brillantissime di Thiem e Zverev per appropriarsi di un torneo alla sua portata; il ligure, dopo una buona prova in primo e secondo turno, in cui ha battuto facilmente i tedeschi Lenz e Molleker, entrambi comunque abbondantemente fuori dai top 100, è stato poi impietosamente sconfitto al primo incontro appena più impegnativo del torneo dallo spagnolo Carrero Busta, attualmente fuori dai primi 50 del mondo ma capace, un paio di anni fa, di raggiungere la top 10. E’ davvero un peccato che Fognini, dopo l’exploit di aprile al torneo di Montecarlo, non sia più riuscito a ripetersi ad un livello che giustifichi la sua presenza nell’olimpo del nostro sport; nonostante questo, il buon Fabio è comunque riuscito a consolidare la sua classifica tra i top 10, avendo riconquistato la nona posizione a scapito del russo Danil Medvedev. Solo un accenno merita la prova, ancora un volta deludente, di Marco Cecchinato, sconfitto al primo turno dall’argentino Delbonis.
Oltre che in Germania, la scorsa settimana si è giocato in svizzera e negli USA: il torneo ATP250 su terra rossa di Gstaad lo ha vinto il veterano spagnolo Albert Ramos-Vinolas battendo facilmente in finale il tedesco Stebe; nell’ATP 250 sul cemento di Atlanta si è affermato la promessa australiana Alex de Minaur, appena ventenne ma già numero 25 al mondo, che ha sconfitto in finale l’altra promessa, targata USA, Taylor Fritz, anche lui top 30 a soli 21 anni.
Conclusasi con il torneo di Amburgo la stagione europea, il circuito che conta si sposta sui campi in cemento del continente nord americano, dove si giocherà la classica stagione sul duro che comincia con il 500 di Washington per poi arrivare, attraverso i 1000 di Montreal e Cincinnati, a New York dove, nell’iconico complesso di Flushing Meadows, si giocheranno gli US Open, il torneo di tennis con più spettatori dell’anno. Ancora una volta, il grande favorito, e l’uomo da battere, sarà un tizio di Belgrado, l’attualmente indiscusso numero 1 al mondo Novak Djokovic.