
Tra il 31 agosto e il 1° settembre, un asteroide transiterà a 7 milioni di chilometri dalla Terra, 18 volte la distanza che esiste tra la Terra e la Luna. Divario, questo, decisamente inoffensivo per il nostro Pianeta ma sufficientemente ravvicinato da permetterne l’osservazione per mezzo di un semplice binocolo o un piccolo telescopio, anche dall’Italia.
Con i suoi 4,4 km di diametro, il masso spaziale – il cui nome ufficiale è asteroide 1981 ET3, poi ribattezzato in Florence 3122, in onore di Florence Nightingale, considerata la fondatrice della moderna infermieristica – è stato inserito nel programma Nasa di controllo degli asteroidi Neo (Near-Earth Object), ovvero quelli “potenzialmente pericolosi”. Perché, sebbene siano stati scongiurati tutti i rischi di impatto, di fatto, risulta essere l’asteroide più grande in passaggio ravvicinato dal 1890, anno in cui furono scoperti tali corpi celesti.
Florence è stato osservato per la prima volta dal Siding Spring Observatory, in Australia, nel 1981. Ed ora, scienziati, astronomi ed appassionati attendono con ansia il suo ritorno, un’opportunità senz’altro imperdibile, anche perché irripetibile, almeno fino al 2500.
Nelle prossime ore Florence raggiungerà una magnitudo 9, pertanto, i suoi movimenti all’interno delle costellazioni del Pesce Australe, del Capricorno, dell’Aquario e del Delfino saranno chiaramente visibili. La distanza minima dalla Terra verrà raggiunta nella notte del 31 agosto, precisamente quando Florence attraverserà la costellazione dell’Acquario. A quel punto, i radiotelescopi terrestri potranno – secondo il Center for Neo studies della Nasa – stabilirne le dimensioni precise e osservarne la superficie con un dettaglio fino a 10 metri.
Onde evitare di alzare gli occhi al cielo e restare delusi, data anche l’incertezza meteo, il passaggio sarà trasmesso in diretta streaming sul sito Virtual Telescope Project 2.0 a partire dalle 21.30 del 31 agosto.
Attualmente, la Nasa sta studiando ben 1826 asteroidi near-Earth, rocce celesti la cui orbita è vicina a quella della Terra. L’analisi di forma, parametri orbitali e dettagli sulla superficie contribuirà a conoscerne il comportamento e migliorare i programmi di difesa contro eventuali collisioni.