
Dopo il successo di ” Benvenuti in casa Esposito” e “ Allah, San Gennaro e i tre kamikaze“, Pino Imperatore torna a far sorridere, ma soprattutto a riflettere, il pubblico con un nuovo romanzo dal titolo ” Aglio, olio e Assassino”.
Aglio, Olio e Assassino: la trama
All’ombra del Vesuvio, precisamente nel quartiere Mergellina, c’è una trattoria in cui la cucina napoletana non è semplicemente amata ma venerata. Una missione, uno scopo di vita che Francesco e Peppe Vitiello adempiono da anni. Ma nella premiata trattoria Parthenope, oltre a gustare deliziosi piatti, gli ospiti sono accolti amorevolmente da tutto lo staff che la compone. Uno degli ospiti è proprio Gianni Scapece, l’ispettore del nuovo commissariato di Mergellina, posto di fronte alla trattoria. Dopo una lunga assenza dalla terra natia, Scapece fa ritorno a Napoli e trova, nella trattoria dei Vitiello, il calore e l’accoglienza che gli mancavano da anni. La quiete viene interrotta da un fatto increscioso: l’otto dicembre, in un appartamento di Via Orazio, viene ritrovato il giovane corpo esanime di Amedeo Caruso. Ciò che colpisce gli inquirenti è il modo in cui viene rinvenuto il cadavere, il quale è “condito” con aglio, olio e peperoncino.
Un modus operandi singolare che pone una serie di interrogativi: perché tanto accanimento? Quale significato si nasconde dieto questo macabro rituale? L’ispettore Scapece, con l’ausilio del commissario Improta e dai Vitiello, scaverà nei simbolismi e nelle leggende napoletane alla ricerca della verità. Riuscirà Scapece a mettere in gattabuia l’assassina o l’assassino??
Molto più di un semplice romanzo
In “Aglio, Olio e Assassino” Imperatore miscela, in unicum perfetto, commedia e giallo. Tuttavia, risulta difficile considerare quest’opera un semplice romanzo d’intrattenimento. Indubbiamente l’opera intrattiene e diverte il lettore, ma allo stesso tempo lo invita a scoprire e apprezzare quel patrimonio artistico-culturale, spesso ignorato e sconosciuto agli stessi napoletani, che caratterizza la bella Neapolis. Ecco che nel romanzo vengono narrate divertenti storie su piatti tipici napoletani, leggende di fantasmi e maledizioni legati a posti come la Gaiola e luoghi un pò dimenticati come la tomba di Leopardi nel parco Vergiliano e la Chiesa di Santa Maria del Parto. Quest’ultima non è semplicemente usata come espediente narrativo ma ha un ruolo chiave nella lettura del romanzo: difatti in questa chiesa è conservato il famoso ” Diavolo di Mergellina” il dipinto di Leonardo da Pistoia che nella narrazione assume un’ importanza cruciale.
Il nuovo romanzo del maestro dell’umorismo partenopeo ha tutti gli ingredienti al posto giusto: colpi di scena, buona cucina e cultura il tutto condito con una buona dose di comicità.
Non vi resta che scoprirlo!