Zohran Mamdani, nuovo sindaco di New York
Che stia cambiando il vento o meno si vedrà, ma è indiscutibile che la notizia politica del momento è tutta nell’elezione del nuovo sindaco di New York, Zohran Mamdani.
Una vittoria netta nonostante la rimonta degli ultimi giorni dello sfidante, Andrew Cuomo, fortemente sostenuto da Donald Trump.
Con un’altissima percentuale di votanti, oltre due milioni e circa il 40% degli aventi diritto, nato a Kampala in Uganda e di origini indiane, naturalizzato americano, Mamdani è il primo sindaco socialista e mussulmano che con i suoi 34 anni resta tra i più giovani eletti nella grande mela. Insieme alle neo governatrici del New Jersey e della Virginia, rappresenta per i democratici un tris importante, apparentemente destinato a segnare il passo verso un cambio di rotta.
La promessa di un deciso intervento per il contrasto al carovita è il punto centrale del programma elettorale del neo-sindaco di New York: congelamento degli affitti per due milioni di cittadini, autobus gratis per i lavoratori e gli studenti, supermercati comunali per contingentare i costi dei beni di prima necessità, assistenza all’infanzia gratuita fino ai 5 anni, salario minimo a 30 dollari entro il 2030. In sostanza la promessa di abbassare il costo della vita che non solo i poveri ma anche la classe media newyorkese non riesce più a sostenere.
Ma diversi sono gli elementi che hanno costituito il terreno fertile per questo esito: oltre al carovita incalzante di grande impatto nella vita quotidiana dei cittadini, la vittoria democratica si è indubbiamente avvalsa della diffusione dei movimenti pro Gaza, in netto contrasto con la posizione della Casa Bianca, e delle preoccupazioni per la deriva autoritaria di Donal Trump che hanno recentemente portato milioni di americani in piazza in quelle che sono state le manifestazioni “No Kings”.
Ma è proprio nei confronti del Presidente che queste elezioni assumono un peso specifico maggiore, soprattutto dopo l’intervento a gamba tesa di Donald Trump che dalla sua pagina social aveva minacciato di tagliare i fondi federali alla città di New York e addirittura di inviare la guardia nazionale se avesse vinto Mamdani.
Probabilmente è questo il messaggio più rilevante della vittoria di Mamdani: un voto di protesta non tanto contro un colore politico quanto piuttosto contro un certo modo di far politica: l’idea che sia consentito ad un leader di imporre ordini di voto e minacciare conseguenze se disobbedito.
