
Ieri 24 gennaio nella parrocchia Santa Maria della Rotonda in via Castellino nel quartiere Vomero si è tenuta una conferenza sui francesisimi e gli ispanismi nella lingua parlata napoletana.
La dominazione spagnola a Napoli durò dal 1504 al 1713 è influenzò la lingua napoletana ma anche gli usi e i costumi dei partenopei.
Il periodo francese durò invece circa un decennio e furono costruite monumenti e chiese come Santa Chiara, San Domenico Maggiore, il Duomo, la Basilica di San Lorenzo, il Maschio Angioino il Castel Sant’ Elmo e molti altri ancora.
In questa conferenza-dibattito hanno preso parte il professor Umberto Franzese, l’ architetto Franco Lista, Tullio Del Matto il tutto moderato dalla dottoressa Laura Bufano.
Dopo una digressione su cosa è la lingua, come nasce il pensiero e come si trasforma in suono dove sono stati menzionati importanti linguisti e studiosi come von Humbolt e Herder si è passato subito a parlare della lingua napoletana cominciando subito col dire che è una vera e propria lingua innalzata dal suo grado di dialetto, di recente dall’ Unesco. Una lingua con la sua grammatica, i suoi prestiti fonetici il suo schema consonantico e vocalico come tutte le altre lingue del mondo.
E’ incredibilmente interessante andare a vedere come termini di uso comune nei parlanti napoletani derivino dal francese come ad esempio: marpion /marpione ,salviette/ fazzoletto , ciuciù/ tesoro , chance/ ganzo (opportunità ), garzon/ grazone (giovinetto di bottega) buat/ bottiglia e tanti altri ancora.
Gli ispanici, oltre ad introdurre la formula di cortesia “Don” davanti ai nomi propri di persona hanno influenzato anche la la lingua come ad esempio: abbascio/giù, ayer/ieri ,accasamiento/ maritarsi, arrobare/ rubare , muccador/fazzoletto. Questi sono solo alcune esempi delle tantissime parole francesi e spagnole entrate a far parte del napoletano nei secoli.
Il napoletano è una lingua che ha attraversato circa tre millenni ed ha le sue radici nel greco dorico e nel latino popolare famosa in tutto il mondo grazie anche alla vastissima cultura musicale che è stata esportata nei secoli e secondo alcuni studi San Paolino da Nola vissuto nel 353 d.C. è considerato, grazie ai suoi studi, uno dei primi linguisti e studiosi della lingua nella storia.
L’ incontro ha visto la simpatica partecipazione di Tullio del Matto che si è esibito nella lettura di alcune poesie in dialetto napoletano e la chiusura ha visto l’ esibizione del duo canoro Panamagroup che hanno eseguito in modo impeccabile due classici napoletani “Spigule francesi” e “Maruzzella”.