
A Napoli se appartieni alla fascia dei diseredati, quelli che sono fuggiti prima di essere riportati a casa, cioè che non sono arrivati con i barconi, che hanno perso il permesso di soggiorno per questi sopravvivere è una corsa ad ostacoli.
Per i clandestini non sono previsti progetti specifici ed il Comune ha in carico circa 1425 persone di cui 550 sono exracomunitari e la loro percentuale è aumentata del 21 per cento negli ultimi 18 mesi.
A questi “fantasmi” non resta che sperare di accaparrarsi uno dei 300 posti letto dei dormitori pubblici che assicurano doccia, cena e colazione.
Ma per accaparrarsi un posto letto bisogna mostrare un valido documento di riconoscimento e molti non ce l hanno o non vogliono mostralo perchè scaduto o irregolare.
I dormitori comunque scarseggiano e in via straordinaria sono state aperte varie stazioni per la notte con l’ aiuto dell’ assistenza di varie associazioni come Camper e Gesco che consegnano coperte e bevande calde.
Il 18 dicembre per lavarsi, fu aperto nella sede comunale di via Tanucci lo spazio docce il resto è affidato alle associazioni di volontariato ( come ad esempio la Caritas e Sant’ Egidio).
La situazione è diventata difficile poichè molti centri stanno per chiudere; il Comune ne ha uno gestito dalla cooperativa Less che ha posto per circa 132 immigrati.
La situazione potrebbe peggiorare dopo l’ approvazione del decreto Salvini sull’ immgrazione: circa 2898 immgrati rischiano di riversarsi sulle strade della Campania senza rifugio non avendo strutture d’ accoglienza.
Luigi De Magistris non fa sconti e prende le distanze dal decreto dichiarando che:” Il decreto sicurezzaè anticostituzionale e verrà smontato dai giudici”.
Gli enti pubblici devono muoversi al più presto in favore delle fasce più deboli assicurando loro i diritti fondamentali di assistenza, provvedendo ai loro bisogni primari senza rigettarli ma trovando una sistemazione adeguata che possa rendere la loro vita più dignitosa e meno drammatica.