
Un cartellone manifestante il sostegno per la vittima
“Avevo fumato degli spinelli, ho proposto io l’aggressione”
OMICIDIO A PISCINOLA, CONFERMATO IL FERMO DEGLI ASSASSINI
Su Facebook si alternano sostegno e disapprovazione
Nella notte tra il 3 e 4 Marzo, a Napoli, nella stazione metro di Piscinola, il vigilante Francesco della Corte viene picchiato a morte dai tre minori Ciro, Luigi e Kevin; i carnefici restano in cella.
“I fatti sono di assoluta gravità – afferma il giudice – sia in ordine alle modalità con cui si sono verificati sia in ordine al movente”.
Il crimine è stato commesso “per fini devianti e scelti con stupefacente superficialità”.
Nella giornata di ieri il capo del gruppo ha confermato ciò di cui si discute: “Anche loro erano d’accordo con me. Io l’ho colpito tre volte e Kevin lo ha colpito due volte. L’altro nostro amico, Ciro, era più distante e non ha partecipato all’aggressione anche se era d’accordo con noi”.

I profili Facebook dei tre ragazzi sono stati colpiti da una tempesta di commenti: moltissimi di condanna e speranzosi in una severa punizione, ma altrettanti sono quelli di solidarietà e incoraggiamento; la difesa è sostenuta principalmente dalle ragazze: “sono sempre tre ragazzini, li conosco bene, non avrebbero voluto che il signore morisse quindi le persone che non li conoscono sono pregati di tacere”.
Commento degli autori:
È incredibile come nella società odierna sia possibile assistere ad episodi di così gratuita violenza, soprattutto pensando che i fautori di essa siano minorenni; le azioni di questi ragazzi sono ingiustificabili e non meritano tutto l’appoggio che stanno ricevendo. In queste aspre situazioni, però, risulta quasi difficile individuare le cause che conducono a tali avvenimenti, arrivando al punto in cui si ha difficoltà a decidere se incolpare i ragazzi stessi, i loro genitori o la realtà in cui vivono.
Fabrizio Rivellini, Claudio Giugliano, Marco De Fenzo; 3AT-G. Galilei Napoli