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Ieri 1 dicembre alle 12 nella sede di Piazza Carità della Confcommercio è stata presentata la sezione speciale Confcommercio Notte che riunisce le imprese che lavorano nella notte napoletana inappropriatamente chiamata Movida per i recenti fatti di cronaca violenta.
Gli esercenti delle quattro zone dove sono presenti la maggioranza dei locali
(Bagnoli, Aniello Falcone, Centro storico e Chiaia) riuniti nell’associazione Notti napoletane presente nella persona di Fabrizio Caliendo respingono a gran voce l’ordinanza del sindaco che prevede sanzioni e divieti esclusivamente a carico degli imprenditori, a loro dire, per non risolvere il problema delinquenziale.
La confcommercio si propone di riunire istituzioni ed imprenditori per concertare un tavolo di misure comuni che affronti le reali esigenze della cittadinanza in materia di sicurezza, trasporti e pulizia.
A tal proposito sono stati sottolineati alcune interessanti misure già in atto quali: la navetta che collega l’uscita della tangenziale con i locali di via Aniello Falcone e la linea diretta con la polizia dei locali del Centro storico, gli imprenditori rivendicano inoltre di aver sottratto con i propri esercizi commerciali diverse zone della città al fenomeno della delinquenza, diversamente da quanto, invece, ultimamente si sta inculcando nell’opinione pubblica sostenendo che esista un fenomeno di movida violenta.
Nella seconda municipalità è stata istituita la consulta della notte che si propone di migliorare le condizioni di vivibilità, facendo leva, con il coinvolgimento attivo dei cittadini e degli abitanti della città di Napoli, sulla condivisione delle possibili soluzioni per contemperare gli obblighi delle istituzioni pubbliche con quelli dei gestori di attività economiche nel rispetto dei diritti degli stessi, della loro clientela, della
popolazione residente e fluttuante nelle aree interessate a potenziali problematiche di degrado.
L’incontro si è chiuso con un appello al Sindaco De Magistris da parte di Confcommercio e Notti napoletane per il recupero del dialogo con le istituzioni al fine di modificare il provvedimento provvisorio a favore di atti durevoli che possano conciliare le esigenze del comparto che conta circa 1500 addetti e circa 75 milioni di euro di fatturato con le richieste della cittadinanza che vive nelle zone dove sono presenti la maggioranza dei locali, speriamo al più presto si giunga ad una soluzione mirata e soddisfacente per entrambe le parti.