
Il castello in generale è considerato un prototipo di architettura strettamente medioevale, la sua diffusione si ebbe soprattutto con l’ estendersi del feudalesimo.
Dopo piazza Vittoria il lungomare napoletano assume il nome di via Partenope, fino all’ isolotto di Megaride che oggi ospita il Castel dell’ Ovo con annesso il Borgo Marinaro.
L’ isoletta, su cui secondo la leggenda si impigliò il corpo inerte della sirena Partenope, costituisce un punto di riferimento obbligato per chiunque intenda acquisire una conoscenza approfondita della città di Napoli.
Qui infatti sbarcarono i Cumani nel Sesto secolo a. C. per fondarvi il primo nucleo cittadino e qui, Lucullo di ritorno dall’ Asia, con immense ricchezze, si fece costruire una residenza a dir poco paradisiaca che si dilungava fino al dirimpettaio monte Echia.
Ma l’ isolotto di Megaride è anche il luogo in cui Santa Patrizia, per sfuggire alle voglie dello zio degenere, trovò rifugio.
Fu sotto gli angioini, in particolare Roberto D’ Angiò, che sull’ isolotto sorse il castello che oggi conosciamo ( i D’ Angiò si avvalsero degli architetti Fuccio e Primario verso la fine del 1200).
Ma l’ imponente struttura fu adibita per anni anche come prigione, tra le sue mure Odoacre nel 476 rinchiuse l’ ultimo imperatore d’ occidente Romolo Augusto; fu prigione anche per il figlio del re Manfredi di Svevia e successivamente vi rinchiusero anche la principessa Alaja ma anche Tommaso Campanella e molti altri ancora.
Nel corso della congiura dei baroni fu completamente saccheggiato dai sostenitori di quest’ultimi e Ferrante D’ Aragona per riprenderselo fu costretto a bombardarlo, anni dopo fu minato addirittura dai francesi di Luigi Diciassettesimo e dagli spagnoli di Consalvo di Cordova.
I sostenitori della Repubblica Partenopea del 1799 lo utilizzarono per sparare verso il popolo che si opponeva all’ ingresso delle truppe francesi in città.
L’ultima battaglia che lo coinvolse si ebbe nel 1809 quando al castello si oppose una flotta anglo-borbonica.
Ma perchè il castello ha un nome così curioso, il motivo, manco a dirlo, risale ad una leggenda: si dice che Virgilio nascose, ben custodito, un uovo “magico” che aveva il potere di difendere la città da attacchi e catastrofi e si dice inoltre che i napoletani curiosi e affascinati dal mito abbiano in passato cercato sia l’ uovo “virgiliano” sia il corpo della sirena Partenope.
Che dire la fantasia e il mito napoletano superano la realtà!