
La chiesa di San Francesco delle Monache, sede della Domus Ars, ha ospitato venerdì 7 aprile un’insolita processione pasquale. Lungo la navata alcune donne vestite a lutto si dirigono lente verso l’altare, un’enorme croce di legno troneggia nel mezzo. Infine, arriva una Madonna nera. Lina Sastri è una disperata Maria vestita a lutto. La sua disperazione è scandita da tre brevi monologhi, in cui la potente voce dell’attrice si leva in un climax crescente di dolore per la perdita del figlio, immolato dagli uomini e chiamato a sé dal Padre per salvare gli uomini stessi.
La voce delle interpreti ricade come l’acqua di una cascata che si infrange sulle rocce. Il salto nel vuoto di Maria prima di conoscere la verità, il dolore della scoperta e, infine, l’accettazione di un sacrificio necessario. A questo si accompagna la tenerezza estrema di una madre che vuole rendere al figlio il dolore della condanna più sopportabile e quella morte più dignitosa. A illuminare gli abiti neri delle donne è la speranza nella resurrezione. A chiudere lo spettacolo è, infatti, “Sona ca sceta” Gesù Cristo è morto ma il canto può ridargli la vita.
Il rito della liturgia popolare nella settimana santa è inserito all’interno di un altro rito, la rappresentazione teatrale che per un momento sembra far tornare la chiesa alla sua antica vita religiosa e allo stesso tempo rende più suggestivo l’incanto teatrale.
A intonare i canti tradizionali della settimana santa le voci di Antonella Morea, Brunella Selo, Emanuela Loffredo, Paola Salurso, Mary Iannone, Marta Guida, Caterina Melone e Antonella Pepoli, dirette da Massimiliano Luciani del Dipartimento di Musica Popolare R. Goitre di Vallo della Lucania.
Le musiche sono scritte dal compositore e cantautore Carlo Faiello ed elaborate da Maurizio Pica.