
Emessa la sentenza per il dj che provocò con un’inversione in tangenziale la morte della fidanzata e dell’imprenditore Aniello Miranda.
Condannato a 20 anni di carcere Nello Mormile, il dj che circa un anno fa, il 25 luglio 2015, procedendo contromano in tangenziale provocò un incidente mortale in cui persero la vita la fidanzata Livia Barbato, che viaggiava nella sua stessa vettura, ed Aniello Miranda, piccolo imprenditore in viaggio per lavoro.
A distanza di un anno è stata emessa la sentenza dal gup Rosa de Ruggiero al termine di un processo in cui era stato chiesto il rito abbreviato e che ha risparmiato all’imputato un terzo della pena.
Accolta quindi la richiesta del procuratore aggiunto Nunzio Fragliasso e dal sostituto procuratore Salvatore Prisco. Di quella tragica notte Mormile afferma di non ricordare il perché della fatale inversione in tangenziale, né il momento dell’impatto con l’auto dell’imprenditore Aniello Miranda.
L’imputato ricordava solo che, pochi minuti prima dello scontro, Livia si era sdraiata sul sedile posteriore perché stanca della serata appena trascorsa in un locale a Pozzuoli in cui probabilmente i 2 avevano litigato a causa di una relazione che il dj aveva intrapreso da poco. Durante la lettura del dispositivo si sono registrati momenti di tensione in aula tra i parenti di Miranda, che hanno urlato all’imputato «Bastardo hai ucciso due famiglie», mentre il padre di Livia, Gianfranco Barbato, ha commentato: «Sono soddisfatto perché è stata riconosciuta la validità dell’impianto accusatorio, ma nessuno mi ridarà più mia figlia».
La famiglia di Livia, giovane promessa della fotografia, ha sempre sostenuto che quello di Nello, seppur folle, è stato un gesto volontario, di ritorsione contro la allora fidanzata, come per punirla della discussione appena fatta relativamente al suo presunto tradimento. Per i genitori di Mormile si è trattato invece di «una sentenza già scritta».
di Claudio Menna © RIPRODUZIONE RISERVATA.