
Domani sera, in un San Paolo, gremito in ogni ordine di posto, andrà in scena, una partita speciale: Napoli-Roma. Lo spettacolo, che accompagnerà le due compagini, sarà certamente, di alto livello: tutte le aspettative iniziali, infatti, probabilmente verranno soddisfatte. Mai, come in passato, si possono annoverare, tra le due squadre, grandi campioni, come Higuain e Dzeko, o stelle emergenti, come Insigne e Florenzi. Prescindendo, da qualsiasi ragionamento tecnico, ciò che ci preme sottolineare è che, tale sfida, purtroppo, da qualche anno, viene vissuta, in maniera, tutt’altro che serena, dalla due tifoserie. L’odio che permea, tra le diverse “fazioni”, è percepibile, anche a migliaia, di kilometri, di distanza. La morte del tifoso napoletano, Ciro Esposito, ha sicuramente accentuato, questo clima, che non permette a nessuno di godere, in maniera gioiosa e tranquilla, della partita. Ovviamente, l’Osservatorio sulla sicurezza, che ha l’obbligo di stabilire, le misure cautelari, per un corretto svolgimento dell’evento, ha negato la trasferta ai “supporters” giallorossi, per evitare spiacevoli conseguenze. La decisione, seppur giusta, dato il momento, abbastanza delicato, rappresenta una sconfitta per lo sport, per il calcio, per il sistema, per tutte quelle persone, che condividono, valori sani e genuini.
Vedete, quando da bambini, ci avviciniamo al calcio, non lo facciamo. per entrare in contatto con l’altro, per picchiarlo, per prenderlo a sprangate o a manganellate, per ucciderlo. Se ci innamoriamo di questo sport, lo facciamo, perché, siamo estasiati, dalla bellezza di un goal, dalla giocata di un nostro beniamino, dalla possibilità, di sognare, di vincere e di vedere la nostra squadra del cuore, primeggiare in Italia o in Europa.
Il calcio non è uno strumento che ha come scopo seminare terrore, diffondere odio oppure offendere intere nazioni o popoli. Il calcio è uno strumento universale di gioia che offre a tutti, senza distinzioni sociali o barriere etniche, la possibilità di evadere dalla monotonia della quotidianità. Questi pseudo-tifosi, stanno al calcio, così come gli islamici stanno all’Isis, perché se è vero che non esiste, al mondo, nessuna religione, che inviti i propri sudditi ad uccidere, per innalzare il nome, del proprio profeta, non esiste calcio, laddove si decida di offendere il prossimo, di seminare odio o di incutere terrore. Il calcio è di chi lo ama!