
È una tradizione antichissima e nonostante la sua origine in un tempo immemore è ancora molto sentita. Stiamo parlando del mercato del pesce durante la notte del 23 dicembre, che vede coinvolti tutti i venditori ittici, o almeno quelli del centro napoletano. E allora ci siamo divertiti ad andare in giro tra questi mercati, per sapere qualcosa in più su questa antica usanza. Al di là dei singoli negozianti che in ogni zona scelgono di restare aperti per tutta la notte dell’antivigilia, una trovata che stanno adottando anche rivenditori di altri generi, soprattutto di frutta e verdura, i mercati più attivi sono quello di Porta Nolana dietro le mura, quello della Pignasecca, dei Vergini, del Borgo di Sant’Antonio e di Antignano. Chi più chi meno, tutti i mercati rionali fanno una no-stop dalla mattina fino alle ore pomeridiane della Vigilia. Per vendere, certamente, ma anche per tener fede a questa tradizione folkloristica che richiama in strada centinaia di persone.
Anche solo per guardare, infatti, sono molti i curiosi che si introducono in queste aree, tra l’odore di pesce fresco e le strade bagnate, dove nelle vasche sguizzano i capitoni e le vongole spruzzano acqua, bagnando i passanti. Insomma, un’esperienza singolare per chi non l’abbia mai vissuta o un appuntamento annuale per i più affezionati, ma comunque una tappa fondamentale per chi viva o si trovi a passare per Napoli in questa occasione. E i guadagni dei pescivendoli? Sicuramente toccano il punto più elevato dell’anno, al pari solo del cenone di Capodanno, anche se ora, in tempo di crisi, le cifre sono più ridotte rispetto a periodi più floridi. Fatto sta che per una sera all’anno, anche se con qualche sacrificio e qualche piccola personale rivisitazione, gli italiani cercano di portare in tavola il meglio delle pietanze comandate. Come si dice: “semel in anno licet insanire”.