
Una brutta sorpresa ha accolto stamane gli studenti e il personale docente dell’Istituto Tecnico Galiani di Napoli. L’edificio scolastico è stato infatti colpito da atti vandalici, devastato e derubato di ogni attrezzatura di valore. A quanto pare segnali premonitori di quello che sarebbe potuto accadere erano già nell’aria infatti a sentire la preside e gli studenti, brutte facce giravano intorno alla scuola nel periodo di consueta occupazione pre-natalizia e dunque l’atmosfera che si respirava non era delle migliori. Se poi si riflette sul fatto che questo non è il primo episodio di vandalismo a danno della scuola che, ricordiamo, si trova in una zona calda di Napoli, a pochi metri da Piazza Carlo III, allora la situazione è davvero seria. Già nel 2005, dei criminali si introdussero nell’edificio scolastico attraverso una finestra a pian terreno e una volta entrati, appiccarono il fuoco a materiale cartaceo, provocando danni di lieve entità. Secondo le testimonianze della preside dell’istituto, i vandali furono messi messi in fuga dall’allarme attivato nell’edificio; quando polizia e personale della scuola giunti sul posto, trovarono solo resti di bottiglie incendiarie, polvere e il materiale cartaceo bruciato.
Ancora nel dicembre 2013 la preside dell’istituto Armida Filppelli, ricevette messaggi minatori affissi fuori la scuola che si è sempre distinta per il suo impegno sociale come forte presidio di legalità. E quello che è ancora più allarmante è che purtroppo in tutto questo lasso di tempo non si siano presi provvedimenti in merito. Da parte dello Stato solo promesse, fugaci frasi di solidarietà e poi niente altro. Quello che è accaduto è sintomo del prepotente sentire di una ahimè maggioritaria fascia della società incivile che si accanisce contro il simbolo di un riscatto che parte dalla conoscenza e dall’erudizione. Perché solo così si formano i cittadini civili di un domani in cui il diritto all’istruzione non dovrebbe essere in alcun modo minato. Ma con i condizionali non si va lontano, quello che conta è il presente che al momento appare davvero sconfortante.