
Ad agosto del 2012 una multa di trecentomila di euro per aver impedito l’ingresso della fugace concorrente Arenaways sul tragitto Torino-Milano. Un’istruttoria tuttora in corso su denuncia della NTV di Montezemolo e Della Valle per sospetto abuso di posizione dominante. In questi giorni altri due procedimenti dell’Antitrust avviati nel marzo scorso giunti a sentenza. Uno di essi riguarda le modalità dei rimborsi e del riconoscimento dei “bonus” nei casi di treni ritardatari; i treni in questione sono quelli di Trenitalia, la controllata da Ferrovie dello Stato, e rimborsi e bonus sono quelli che molti di noi avranno avuto la ventura di chiedere in speranzosa osservanza del regolamento dei viaggiatori, imbattendosi in termini sospensivi da farti passare la tigna, procedure poco trasparenti e, alla fine della lotta, attese di assegnazione del rimborso lunghe mesi e mesi. L’altra procedura dell’organo antimonopolio riguarda le multe fatte dai controllori di bordo ai viaggiatori “portoghesi” e pure a quelli in possesso di biglietto, solo non obliterato nelle macchinette non sempre presenti nelle stazioni italiane, equiparati ai portoghesi per storico modo di dire.
Sulla prima questione, sostanzialmente incentrata sui tempi di rimborso, anche il viaggiatore/consumatore più pignolo e convinto assertore delle dinamiche di scambio da libero mercato (pago quindi voglio servizio senza macchie) avrà chiuso un occhio e aspettato con pazienza la comunicazione di Trenitalia sull’assegnazione degli euri a risarcimento suo, ritardato quel giorno all’appuntamento con l’amante fuori regione… Sulla seconda questione invece, incentrata sull’importo delle multe elevate ai viaggiatori convinti del carattere necessariamente e totalmente pubblico dei trasporti ferroviari (che quindi non debbono pagarsi) e, soprattutto, incentrata sulla legittimità delle multe elevate a quei viaggiatori né mercatisti né statalisti che comprano il biglietto e che socialdemocraticamente pensano che la loro parte di dovere l’abbiano fatta e che il controllo sull’adempimento del dovere loro spetti solo allo Stato (cioè al controllore sul treno), allora, anche il cristianosociale più mite e moderato si è sentito offeso nell’orgoglio (cristianosociale) e truffato nelle tasche (socialdemocratiche) vedendosi affibbiare una multa non solo discutibile nel principio ma pure persecutoria nella sostanza. Il principio riguarda l’acquisto del biglietto, nei casi in cui è stato comunque acquistato dal cristiano.
La persecuzione riguarda l’entità delle sanzioni che Trenitalia ha (aveva?) l’abitudine d’applicare ai cristiani disgraziati colti in fallo, con sanzioni che, oltre al nuovo acquisto del biglietto, impongono una sovrattassa da 50 a 100 euro e pure un’ulteriore somma necessaria per oblare (cioè estinguere) il reato. C’è poco da fare, i nostri padroni delle ferrovie sanno come ingraziarsi i clienti… L’intervento un po’ ritardatario (è il caso di dire) dell’Antitrust ha trovato fondamento giuridico nel Regolamento Europeo 1371/2007, che ha regolato i diritti per i trasportati ferroviari dell’Unione Europea con riguardo ai contratti di trasporto, alle informazioni, ai biglietti, ai bagagli, all’appropriatezza del servizio per le persone con disabilità o mobilità ridotta, ai ritardi e alle soppressioni dei mezzi, alla sicurezza dei trasportati, ai loro reclami e alla qualità del servizio. In particolare, in materia di ritardi e soppressioni di treni, il regolamento del 2007 ha rafforzato le possibilità di risarcimento per i passeggeri trasportati, prevedendone il diritto di richiedere un compenso minimo uguale al 25% del prezzo del biglietto in caso di ritardo compreso tra 60 minuti e 119 minuti, al 50% del prezzo del biglietto in caso di ritardo pari o superiore a 120 minuti. In più, il regolamento ha detto che in caso di ritardo all’arrivo o alla partenza, i paganti regolari hanno diritto a pasti e bevande, a sistemazione in albergo o di altro tipo qualora risulti necessario un soggiorno di una o più notti, al trasporto verso il loro punto di partenza o di arrivo ove il treno sia morto sui binari. Quasi quasi a far sperare i passeggeri in un viaggio problematico…Tutte disposizioni che Trenitalia, fino a ieri, non ha letteralmente ignorato ma ha reso praticamente inefficaci tramite procedure tortuose e proprie regole al di fuori delle norme comunitarie ma pure del buon senso, come ad esempio quella che sancisce, sulla base delle capacità d’improvvisazione dell’addetto al pubblico di turno, che su alcune tariffe e guarda caso anche su quella del richiedente la compagnia non è tenuta al risarcimento. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato, ciò considerato, ha inflitto a Trenitalia una sanzione amministrativa di un milione d’euro per “pratica commerciale scorretta sulle procedure applicate alle irregolarità di viaggio in caso di mancanza di biglietto da parte del viaggiatore”. Il giudice del liberismo concorrenziale ha altresì sentenziato che le richieste di rimborso per ritardi siano d’ora in poi presentate già entro tre giorni dall’arrivo a destinazione (quando il treno arriva entro tre giorni…) invece di venti, che il diritto all’indennizzo operi già quando il ritardo è superiore ai trenta minuti sull’orario previsto e non solo superiore all’ora (abbondante) che Trenitalia predicava, e che un bonus (non in denaro) pari al 25% del prezzo del biglietto (sui servizi nazionali di media e lunga percorrenza) venga attribuito al viaggiatore per eventuali viaggi successivi. Per i grandi snodi ferroviari delle stazioni di Roma, Milano, Bologna, Firenze e Torino, i trenta minuti di ritardo utili per la richiesta siano portati a trentatré…
I nostri capo-ferrovieri troppo liberali in pratiche a detrimento dei clienti, davanti all’autorità liberale a tutela dei clienti, si sono impegnati ad estendere l’indennizzo anche ai biglietti coprenti due o più tratte di cui una nazionale, almeno fino al 31 marzo dell’anno venturo, giorno in cui hanno promesso che entrerà in vigore il “biglietto globale misto”, nuova formula del viaggio con cambio che dovrebbe garantire al viaggiatore mal servito bonus e prosecuzione del viaggio con treno successivo alla coincidenza perduta insieme alla voglia di viaggiare. L’impegno dei ferrovieri stanati comprende anche una campagna di comunicazione volta a informare i passeggeri delle novità tutte a loro favore, ovviamente grazie alla proverbiale attenzione dell’azienda verso di loro, mica perché è intervenuto qualcuno a costringerla.
Per la cronaca, su tutte le accuse dell’Antitrust, Trenitalia non ha battuto oculo e si è detta prontissima a riparare, tranne per la multa da un milione d’euro. Il ricorso al TAR era già pronto, il Gran Consiglio delle Ferrovie aveva malauguratamente previsto…