
Sono ormai mesi che si dibatte su una possibile riforma delle tasse, ovviamente si parla solo di un possibile incremento, per le ipotesi di successione e donazione. L’attuale sistema, si dice, sia particolarmente vantaggioso rispetto a quello dei paesi dell’Unione Europea. In effetti oggi le tasse di successione e donazione, prevedono una franchigia di 1 milione di euro per erede, omnicomprensiva di beni mobili ed immobili, ed una tassazione, per quanto ecceda la franchigia, con aliquote del 4%, 6% e 8% a seconda del grado di parentela con il defunto o donante. Pertanto, nonostante le smentite degli ultimi giorni dell’esecutivo, ci si aspetta da un momento all’altro un aggravio del regime di tassazione. Le ipotesi formulate in questi giorni, e puntualmente apparse sui quotidiani italiani più importanti, parlano di una riduzione drastica della franchigia a soli € 100 mila, ed una tassazione media del 25% circa, per consentire un gettito annuale nelle tasche dell’erario di almeno 40 miliardi.
Attualmente, almeno per la parte mobiliare, esistono alcuni escamotage, del tutto leciti, previsti dal codice civile, per evitare la tassazione e per garantire il passaggio senza costi di un patrimonio finanziario anche ingente, mentre per la parte immobiliare, anche qui alcuni escamotage del tutto leciti, permettono di alleviare in parte le tasse di successione e donazione. Ci si augura, che la eventuale riforma, non abbia carattere retroattivo punendo ingiustamente coloro che avevano effettuato una corretta pianificazione successoria. Inoltre, è prevista a breve una rivalutazione delle rendite catastali, per adeguare il valore catastale degli immobili al loro reale valore di mercato. Questa rivalutazione, comporterà un enorme aggravio delle imposte annuali sugli immobili ( tasi, imu etc. ) ed impatterà in modo importante anche sulle tasse di successione. Il mattone in Italia, è sempre stato un investimento, ed è sempre stato considerato un investimento sicuro. Si stima che oltre l’80% degli italiani abbia una casa di proprietà, il tasso più alto in Europa. La casa, con il suo costante rivalutarsi, almeno fino a pochi anni fa, è sempre stato il primo investimento per gli italiani. Oggi, in seguito alla enorme pressione fiscale sugli immobili, alla mancanza di trasparenza e di certezza sulla futura tassazione anche degli enti locali, alla ormai prossima rivalutazione delle rendite catastali che comporterà un sicuro aumento delle tasse, alla possibile riforma del regime di tassazione in caso di successioni e donazioni, ed al crollo del mercato immobiliare che ha visto ridursi il valore degli immobili negli ultimi 5 anni di almeno il 40%, assieme alle difficoltà ad accedere ad un mutuo o finanziamento, gli immobili rischiano di essere più un problema che un investimento.
Conosco, personalmente, tante persone che hanno messo in vendita, già da qualche anno le seconde case, al mare ed in montagna. Ebbene, a fronte di una offerta di immobili enorme, c’è una domanda praticamente nulla. Pertanto, non solo il valore degli stessi è letteralmente crollato, ma addirittura non si riescono proprio a vendere. Conosco, casi reali in cui il venditore ha dovuto letteralmente svendere la casa, accontentandosi del 25% del reale valore di mercato, perché aveva urgente bisogno di liquidità e non vi era nessuna altra offerta. Mi auguro, quindi, che ci sia una riforma assolutamente soft, del regime di tassazione, perché il mercato immobiliare, già depresso, potrebbe definitivamente collassare. Già oggi, con le aliquote vigenti, e col vecchio sistema catastale, in molti casi, gli eredi sono costretti a vendere gli immobili per pagare le tasse. Difatti nel migliore dei casi, aliquota 4% per discendenti in linea retta ( figli ), il totale delle tasse arriva al 7,4%, dovendo sommare anche le imposte ipotecarie e catastali, mentre arriva fino al 11,8% in caso di aliquota all’8%.