
La tassazione in Italia non fa altro che rovinare il Paese: queste tasse, infatti, incidono in una maniera molto pesante sulle famiglie, le quali, per poter evitare di andare incontro a situazioni poco piacevoli, come ad esempio debiti che si accumulano, decidono di ridurre i consumi, e quindi di risparmiare sempre di più. Nasce così un meccanismo che danneggia parecchio il Paese, e se le famiglie diminuiscono i loro consumi, le aziende vendono meno prodotti, e una vendita ridotta significa entrate economiche inferiori. A sua volta, con un’entrata monetaria inferiore, le aziende sono costrette a produrre meno prodotti e servizi e questo si ripercuote sulla forza lavoro che potrebbe essere diminuita, dato che le aziende possono fronteggiare una quantità minore di spese di ogni tipo. Le conseguenze dunque incidono nuovamente sulle famiglie, per il semplice fatto che i dipendenti licenziati si trovano a dover fare i conti con una realtà molto dura, e di nuovo, una persona licenziata si trova con meno denaro in tasca, ed è costretta a dover ridurre ulteriormente i consumi. E’ così che si crea un circolo vizioso dal quale è parecchio difficile uscire se il denaro è sempre meno, e le tasse sempre di più; ma la situazione, invece che migliorare peggiora sempre di più. Le conseguenze negative possono essere di vario tipo quando la pressione fiscale aumenta tantissimo, ma questo non avviene solo in Italia, ma in tutto il mondo. Negli altri Paesi Europei e mondiali la situazione può essere migliore o peggiore rispetto a quella italiana, a seconda dei momenti storici. La pressione fiscale, in Italia ha raggiunto lo scorso anno (2013-2014) circa il 53%, e se la si confronta con quella di altri Paesi, la situazione è abbastanza grave: questo perché il Canada ha il 39% in meno rispetto all’Italia, ovvero pari al 14%. Anche in Europa, l’Italia riesce ad essere la prima nazione con la pressione fiscale più alta: se si confrontano questi dati con la Germania, la differenza è di 20 punti inferiori, mentre con il Regno Unito la differenza è di 31 punti. Per quanto riguarda le imprese, la pressione fiscale media dell’EU è del 44% circa, e l’Italia è riuscita a superare tale livello, raggiungendo il 68,6%, seguita dalla Francia a quota 65%, mentre paesi come Giappone e Stati Uniti superano di poco tale limite, rispettivamente con il 48 e 46%.