
Oltre all’Italia e ai suoi dubbi climatico/esistenziali, il Mondiale brasiliano va avanti a ritmo forsennato e televisivamente avido. Procedono bene soprattutto le rappresentative sud/centro americane, le altre a giocare sempre in casa dopo il Brasile padrone di casa ufficiale. Messico, Cile, Colombia, Costa Rica, Argentina, Brasile sono tutte già qualificate per gli ottavi di finale.
Brasile e Argentina, grandi per storia passata e presente, sono le favorite riconosciute, a cui cercano di affiancarsi le aspiranti grandi Colombia e Messico. I ballerini colombiani e i zapatisti messicani sembrano in gran forma, quindi, abituati come sono ai climi tropicali e a quelli da battaglia (sportiva), si annunciano protagonisti anche nella seconda parte del torneo. Soprattutto i colombiani dello spregiudicato argentino Pekerman hanno fatto vedere belle cose (a parte i balli di gruppo), del resto i giocatori sono ottimi e conosciutissimi anche da noi, e le tabelle lineari degli accoppiamenti delle qualificate prevedono un quarto di finale contro il Brasile. Noi, per ragioni di amor di patria pallonara, speriamo di no…
Nel Brasile di Filippone Scolari allenatore vecchio (di carriera) e senza scelta (attenzione! Non aveva scelta neanche all’Europeo 2004 alla guida del Portogallo…), il campione promesso Neymar finalmente sta mantenendo la promessa e lo sta facendo anche nella situazione più complicata e delicata; trascinare un Brasile privo di interpreti eccezionali nel Mondiale in casa è esame che, se superato, porterebbe il fringuellino del Barcellona ad avere diversa considerazione anche senza la maglia verdeoro indosso. Che poi nel calcio, come nella vita, gli esami non finiscono mai, è altra faccenda.
L’Argentina del ct piccoletto Sabella non incanta ma, grazie all’altro piccoletto Messi, vince le due partite giocate e alla terza potrà far riposare qualche pezzo grosso in vista degli ottavi.
Girovagando ancora per il Sudamerica, l’Ecuador, dopo aver perso la prima e vinto la seconda, si giocherà tutto nella terza partita contro la Francia. Solo l’Honduras è già fuori, ma non poteva fare di più e la sua presenza al Mondiale è comunque un successo. Poi ci sarebbe l’Uruguay, la più europea delle latinoamericane, forse la più italiana, e che proprio contro l’Italia deve giocarsi la reputazione al cospetto delle altre americane e di tanti colleghi di squadra di club. Suarez e Cavani (“pistolero” e “matador”, quando i soprannomi non rassicurano) sono il peggio che potesse capitare alla nostra malandante difesa juventina, ma non disperiamo…Anche l’unica nordamericana presente, gli Stati Uniti del soccer mai troppo amato nella terra degli sport con tanti punti e fanfaronate, sta andando bene e solo un gol nel tempo di recupero del deludente Portogallo le ha impedito di battere i lusitani e di festeggiare in anticipo la qualificazione; ma i pronipoti dello zio Sam dovrebbero comunque passare e, chissà, magari eguagliare i quarti di finale del 2002, col sogno proibito di avvicinare il terzo posto del 1930 in piena depressione…Secondo noi gli Stati Uniti sono un’ottima squadra davvero e batterli sarà un problema per tutti; e la depressione, stavolta più nostra che loro, potrebbe essere la benedizione buona per chi cerca analogie.
Passando alle europee, c’è da dire che dopo le elezioni del 25 maggio ci saremmo aspettati un maggiore ardimento nazionalista…Alcune europee invece stanno deludendo le attese, altre no, ma magari deluderanno agli ottavi. Le delusioni sono Croazia, Spagna (e che delusione!), Inghilterra, Bosnia Erzegovina e Portogallo. Se poi all’elenco dobbiamo aggiungerci anche l’Italia lo sapremo di qui a qualche ora. Mentre le “cugine” Spagna e Portogallo sembrano alla fine del solito ciclo (che per la Spagna è stato il ciclo delle modernissime vittorie, per il Portogallo forse il ciclo non si è mai aperto), considerazioni diverse andrebbero fatte per l’Inghilterra. La squadra di Hodgson infatti male non ha giocato, ha subito un doppio 1 a 2 da Italia e Uruguay forse comportandosi meglio degli avversari e perdendo per due distrazioni difensive; d’accordo, tutti i gol sono anche errori di chi li prende oltre che abilità di chi li fa, ma nel caso inglese gli errori fanno rabbia (agli inglesi) perché quelli (gli errori) degli altri non hanno portato giovamento ai sudditi di sua maestà, fermati dai portieri avversari (Sirigu e perfino Muslera), dai pali e dai loro stessi piedi poco maestri al momento di finalizzare il gioco. Se non rischiassimo fischi e pernacchie, quasi quasi diremmo che l’Inghilterra finora è stata la meno brutta del girone D, eppure l’unica già eliminata con gara d’anticipo.
Le europee in piena sintonia col Mondiale sono Olanda, Francia, Germania e Belgio. In verità tedeschi e francesi non sono ancora qualificati ma ormai dovrebbe essere solo questione di forma. L’Olanda contropiedista del fortissimo Robben e la Francia spettacolare dei ragazzi non più ragazzacci (gli ammutinati di Sudafrica 2010) vanno che è un piacere e fermarle sembra operazione possibile solo alle grandissime. La Germania dal gioco spagnolo ha qualche limite in difesa ma per il resto non teme confronti, i suoi centrocampisti e finti attaccanti sono tecnici e veloci, e anche quando il panzerino Muller non riesce a segnare ci pensa l’ultimo grande centravanti d’area in circolazione, Miro Klose, a entrare e a risolvere. Pure il Belgio degli immigrati sta rispettando il suo ruolo di outsider abbondantemente previsto dagli addetti, capellone Fellaini e doppio passo Hazard un po’ sopra tutti gli altri diavoli rossi del senatore deluso Marc Vilmots. La Svizzera del pluridecorato tedesco Hitzfeld e dal centrocampo napoletano (Inler-Behrami-Dzemaili), dopo le cinque pappine prese dalla Francia, si giocherà tutto all’ultima partita con buone possibilità di farcela, stante l’Honduras come avversario. Tutto si giocheranno all’ultima anche Grecia, Portogallo e Russia, ma con minori possibilità. La Russia di Fabio Capello, vincendo contro l’imprevedibile Algeria, passerebbe senza bisogno di aiuti altri, ma fare una partita d’attacco sembra ormai pratica contro la religione di don Fabio.
Per l’Africa Costa d’Avorio, Nigeria e Algeria hanno buonissime possibilità di passare e, se passassero tutte e tre, sarebbe record per il calcio del continente nero e finalmente segno di maturazione collettiva e non più estemporaneità di leoni o gazzelle di turno. Il Ghana (quarti di finale al Mondiale 2010) ha poche speranze, eliminato il Camerun dei quasi scioperanti e della difesa in sciopero non ufficiale.
L’Australia fa zero punti e tre gol presi a partita.
Sul fronte asiatico, male Giappone e Corea del Sud, bene (e poteva essere benissimo) l’Iran. Le nazionali con gli occhi a mandorla deludono, in particolare l’ambizioso Giappone di mister Zaccheroni da Cesenatico. Entrambe (Sud Corea e Giappone) sono ancora in corsa ma il passaggio agli ottavi appare piuttosto remoto. Zac ha detto che per i suoi è stato un problema mentale, di eccesso di pressione: allora se anche in Giappone i pedatori soffrono di stress da prestazione e da pubblico martellamento tanto vale che il nostro se ne torni da noi a godersi le critiche.
L’Iran dei dissidenti (almeno così si dice), affidato all’internazionalismo del portoghese Carlos Queiroz, sta facendo nondimeno molto onore alla sua “guida suprema” e se non fosse stato per quell’infedele di Messi avrebbe fatto zero a zero contro l’Argentina, dopo aver pure rischiato di segnare in tre/quattro occasioni. Alla prima lo zero a zero lo ha strappato alla Nigeria, alla terza contro la Bosnia dei tanti fratelli l’Iran dovrà decidersi non solo a chiudere le persiane (passatecela…) ma anche a segnare per continuare nella sua rivoluzione dolce. Noi facciamo il tifo per lei.
In attesa dei risultati sportivi e seguendo a forza la moda globale degli inni nazionali cantati a distesa, possiamo già stabilire le prime quattro in fatto di canti patriottici da fischiettare in casa: Spagna (“Marcha Real”, ci piace anche perché si ascolta senza cantare), Inghilterra (“God save the Queen” che è pur sempre il più antico di tutti), Germania (“Das Lied der Deutschen” dolce e marziale) e Russia (“Inno dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche”, dicono che adesso titolo e parole sono cambiati…non per chi scrive). Fate voi l’ordine finale.