C’è ancora la mano del gruppo terroristico Boko Haram (dopo il terrore seminato con il rapimento di 276 liceali nel Chibok) nella strage in Nigeria dove dopo le bombe in un mercato di Jos che hanno causato la morte di più di 100 persone, soprattutto donne, arrivano notizie di nuovi attacchi. Secondo quanto riferito dagli abitanti, uomini armati hanno ucciso 10 persone lunedì 19 a Shawa e martedì 20 altre 20 ad Alagarno, nel Borno. I due villaggi si trovano non molto lontano da Chibok, un doppio attentato, dunque, nel nord del Paese in cui hanno perso la vita altre 30 persone che allunga la tragica scia di sangue che ha contato 118 morti solo nelle bombe a Jos. Martedì 20 il Parlamento nigeriano aveva definitivamente approvato il prolungamento per altri 6 mesi dello stato di emergenza nel nord del Paese, la regione più dilaniata dagli attacchi di Boko Haram. Il presidente Goodluck Jonathan ha definito gli ultimi massacri “maligni e crudeli” e ha dichiarato di essere “impegnato senza sosta per vincere la guerra al terrore”, ha riferito la Bbc. Il governo americano ha fatto sapere ieri in un nota di aver deciso di inviare 80 soldati in Ciad per contribuire a ritrovare le liceali rapite, “Circa 80 militari sono stati dispiegati in Ciad nell’ambito degli sforzi per localizzare e sostenere il ritorno in sicurezza delle oltre 200 liceali rapite in Nigeria”, si legge in una lettera inviata dal presidente Obama al Congresso, il cui testo e’ stato diffuso dalla Casa Bianca. I soldati, “sosterranno le operazioni di intelligence, sorveglianza e ricognizione aerea per missioni nel nord della Nigeria e nell’area circostante”, si legge ancora nella lettera. Verranno aumentate le misure per prevenire gli assalti, anche grazie all’aiuto dei Paesi vicini quali Ciad, Niger e Camerun. Molte le polemiche su Jonathan, accusato di non fare abbastanza per la sicurezza della Nigeria, soprattutto in seguito alla cancellazione della sua visita a Chibok prevista per il 16 maggio. Un messaggio negativo che ha evidenziato una lontananza, secondo alcuni, tra popolo e istituzioni. “Mi sarei aspettato che il governo e gli enti preposti alla sicurezza fossero stati capaci di individuare e arrestare i responsabili delle violenze” ha detto l’arcivescovo di Jos Ignatius Ayau Kaigama all’agenzia di stampa Misna.[divider]Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui