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Non è tardata ad arrivare la risposta di Kiev all’occupazione da parte di filorussi di vari palazzi del potere in una decina di citta’ nell’est del Paese. Secondo i media russi, l’attacco ha lasciato sul terreno dai quattro agli 11 morti, oltre ad alcuni feriti: sarebbero tutti fra gli animatori della protesta. Il blitz condannato da Mosca, ma sostanzialmente compreso da Washington pur ammettendo – per bocca del portavoce della Casa Bianca – che la situazione si va facendo di ora in ora più “pericolosa”, sembri annunciare una vera e propria guerra civile. Le forze militari di Kiev, sotto una missione definita di “antiterrorismo” si sono rimpossessate dell’aeroporto di Kramatorsk, vicino a Sloviank, Ucraina orientale. Poco dopo l’annuncio del presidente a interim Oleksander Turchinov: le forze ucraine hanno ripreso il controllo del campo aereo militare di Kramatorsk. In merito il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov ha dichiarato: «Mosca è profondamente preoccupata dalle notizie sulle vittime come risultato di una operazione di forza svolta da Kiev nell’est dell’Ucraina». E ancora, «Noi condanniamo con forza e domandiamo lo stop delle cosiddette iniziative collegate al dispiegamento delle forze di sicurezza e delle unità dell’esercito, in violazione di tutte le norme della legge ucraina ed internazionale» questo comportamento «annullerà l’occasione offerta dalla riunione quadripartita a Ginevra» prevista dopodomani tra Usa, Russia, Ucraina e Ue, aveva affermato Lavrov in Cina: «Non si possono inviare i carri armati e nello stesso tempo tenere un dialogo». D’altro canto Kiev spinta dai nazionalisti di Maidan, che chiedevano risposte forti, ha deciso di far scattare l’operazione, «I progetti della Russia sono stati e restano brutali. Vogliono prendersi non solo il Donbass (il bacino del Don), ma tutto l’est e il sud dell’Ucraina dalla regione di Kharkiv a quella di Odessa», ha allarmato il presidente ad interim Oleksandr Turcinov annunciando l’attacco a nord della regione di Donetsk. Non ancora chiare le circostanze del blitz nel quale pare siano stati usati pure alcuni caccia. Una situazione che secondo l’occidente è di difficilissima risoluzione politica, di fatto Mosca con i suoi 40 mila soldati schierati al confine ucraino sono una poco male giustificata provocazione di non poco conto; un’intercettazione telefonica diffusa dai servizi segreti ucraini dimostrerebbe, inoltre, come sia Mosca a tenere le redini di quanto succede nell’est ucraino. Intanto i filorussi incuranti degli ultimatum di Kiev e più tardi dell’ultimo attacco, «Meglio morti che con il nuovo potere di Kiev, quelli non sono ucraini, sono eurofascisti, servi degli americani».[divider] Se vuoi ascoltare l’articolo letto dalle nostre redattrici clicca qui
giornalista pubblicista e addetto stampa precaria classe 1982. Laureata in Comunicazione, si è specializzata con un Master di I livello in “Professionista della Comunicazione nel mondo dello spettacolo” nel 2007 cominciando a lavorare subito nel campo degli uffici stampa di eventi e spettacoli. Consegue il tesserino da giornalista pubblicista con la testata Roma nel 2009. Attualmente cura gli uffici stampa della Tunnel Cabaret e Tunnel Produzioni, casa di produzione di Made in Sud e comici del calibro di Maria Bolignano, Alessandro Siani e Paolo Caiazzo; del C.s.i Gaiola Onlus, ente di volontariato per la protezione degli ambienti marini; lavora come freelance per eventi e lanci di nuove produzioni discografiche. Gestisce le sue settimane programmando di seguire concerti, eventi mondani, teatro radical chic. Concedendosi il lusso di cambiare fino all’ultimo minuto programma per andare a trovare il nipote di 6 mesi.