
In vista del 64 ° David di Donatello, serata degli Oscar all’ italiana, arrivano novità sul regolamento tra cui la modifica della giuria, la presenza di nuovi elementi e premi.
La direttrice Piera Detassis ha imposto una riduzione dei giurati, considerati in passato troppo numerosi, da 2148 a 1559, selezionati tra i migliori professionisti del settore cinematografico e candidati e vincitori delle scorse edizioni.
Novità sostanziale sarà l’apertura ai film originali delle piattaforme streaming Netflix e Amazon, a condizione che essi siano stati proiettati nelle sale cinematografiche almeno sette giorni, e ridotti a tre dal 2020. Ciò dà una possibilità a film come Sulla mia pelle di ambire ad un premio.
I premi per film stranieri saranno ridotti ad uno “David per il migliore film straniero”, accorpando il premio per il miglior film della Comunità Europea.
Un’altra novità è il premio “David dello spettatore”, assegnato al film, uscito entro il 31 dicembre che, entro la fine di febbraio, avrà totalizzato il maggior numero di presenze in sala.
Infine e non meno importante, un occhio di riguardo per i giovani per cui ci sarà il “David giovani” che sarà votato da una giuria nazionale di 3000 studenti degli ultimi due anni delle scuole secondarie di II grado e i film in concorso potranno essere visionati non solo nelle sale, ma anche tramite una piattaforma “David di Donatello” dedicata alle scuole partecipanti.
La direttrice spiega in breve il suo punto di vista sui cambiamenti in arrivo:
“Il cambiamento nasce da un grande lavoro di razionalizzazione e da un’opera di rinnovamento complessa e impegnativa; questo è l’inizio di un processo che vuole riportare il David nel cuore pulsante, attivo, della filiera. Il David non deve e non vuole essere semplicemente un premio che si esaurisce in una serata ma, attraverso la Fondazione Accademia del Cinema Italiano, vero giacimento di talenti ed eccellenze, diventa strumento di formazione e volano di promozione per il cinema e per la nostra produzione. David, il premio del cinema che vota il cinema. Senza rinchiudersi ma guardando al futuro“.