
Uno degli aspetti più delicati dell’intero sistema nazionale riguarda il settore dei trasporti pubblici. A fronte di numerose realtà che investono migliaia di euro, per rendere efficaci e moderni, la rete dei sistemi urbani ed extra-urbani, viceversa non di rado, si registrano delle situazioni di emergenza, che coinvolgono le grandi metropoli dello stivale. Tra le grandi città dove è difficile gestire, in maniera efficiente ed impeccabile, il sistema di trasporto urbano, annoveriamo sicuramente Napoli. La città che sorge alle pendici del Vesuvio, pur disponendo della stazione più bella d’Europa, registra delle forti carenze nell’ambito del trasporto pubblico. L’area urbana è caratterizzata dalla presenza della metropolitana, delle funicolari e dei bus che sono gestiti dall’Azienda Napoletana Mobilità. Tale società, nata nel 1995, dall’Azienda Tranvie Autofilovie Napoli(ATAN) è affidataria di un compito difficile: organizzare il trasporto nella città di Napoli.
Effettuando un’analisi profonda ed eloquente, i problemi che si riscontrano nell’utilizzo dei servizi pubblici di trasporto nell’area partenopea sono molteplici. La metropolitana, specialmente la Linea 1, è stracolma nelle ore di punta, al mattino o in tarda serata e causa numerosi disagi ai passeggeri che, in numerose circostanze, viaggiano in condizioni, a dir poco, precarie. Le numerose stazioni presenti, i pochi vagoni disponibili e l’enorme platea abbracciata, rendono quotidianamente un inferno, il viaggio. Se le metropolitane sono viste in mal modo, dalla platea napoletana, sarebbe meglio non disquisire circa il tasso di soddisfazione che gli utenti percepiscono nei confronti dei bus. Costantemente in ritardo, con corse saltate ed orari che oscillano, da un minuto all’altro, i bus rappresentano il tallone d’Achille dei trasporti napoletani contrariamente alle funicolari che ottengono il consenso dei cittadini partenopei.
L’impressione che emerge è che manca la volontà politica nel risolvere i problemi che affliggono i trasporti napoletani. L’istituzione di un numero massimo di viaggiatori ed il conseguente rafforzamento delle corse potrebbe, ad esempio, arginare l’ostacolo del sovraffollamento pedissequo nelle ore di punta, in metropolitana. La presenza capillare di controllori sui bus potrebbe combattere il diffuso fenomeno evasivo dei biglietti, cercando di emulare l’esempio di altre realtà. In Emilia Romagna, la Seta, la società che eroga il servizio di trasporto urbano nelle province di Modena, Parma, Reggio Emilia e Piacenza impone la presenza di controllori sui bus, prevede multe salatissime, che vanno dai 66 ai 260 euro, oltre che sanzioni amministrative contro chi, usufruisce del trasporto urbano, privo del tagliando d’acquisto.
A tal proposito, i bus emiliani enfatizzano la volontà nel comperare il biglietto di trasporto, essendo forniti di appositi distributori dove è possibile, procedere all’acquisto del tagliando, a bordo. Infine, un altro aspetto negativo riguarda la fascia notturna. Le funicolari, nei weekend, chiudono massimo alle 22, mentre le metropolitane si “spingono”, si fa per dire, fino alle 23 e 30. Ed allora a cosa serve avere la stazione più bella d’Europa, se i servizi scarseggiano? Ai posteri, l’ardua sentenza!