
Penelope delle Colonne, autrice del libro Vodka&Inferno, Milena Edizioni, ci parla della sua esperienza di scrittrice emergente in un ambiente sempre più difficile per chi vuole intraprendere questo percorso che nasce da una grande passione, la letteratura.
Per iniziare, parliamo del romanzo, Vodka&Inferno, da cosa hai tratto ispirazione per immergerti nel tuo racconto?
I miei figli di carta sono venuti a me spontaneamente. Ricordo che sognai un castello in Russia, una cattedrale. Sono sempre stata attratta dalle atmosfere nere, ma non sono una patita del genere vampiri. Semplicemente i vampiri ci stavano bene nell’impianto della storia.
Quali sono le tue aspirazioni future, hai in mente qualche altro progetto connesso al tuo libro?
A parte i 5 volumi successivi, ci saranno anche degli spin-off illustrati da bravissimi artisti emergenti così da dare possibilità anche a loro di esprimersi e farsi conoscere al grande pubblico. Mi piacerebbe anche realizzare alcuni corti e presto sarà in cantiere un seminario sulla letteratura gotica che terrò a Napoli.
Per quanto riguarda gadget e accessori: un mazzo di tarocchi sempre illustrato da autori emergenti e un gioco da tavolo.
Da lettrice quale libro consigliresti di leggere?
Adoro la Scapigliatura quindi Ugo Tarchetti, Fosca, ma è difficile scegliere perché sono una lettrice vorace. Anche Il Gattopardo e Guerra e Pace. Il mio professore di letterature comparate mi disse che ci sono due tipo di persone: quelli che hanno letto Guerra e pace e quelli che non l’hanno letto.
Hai partecipato al Comicon, la fiera del fumetto che si organizza ormai da alcuni anni a Napoli. Come descriveresti la tua esperienza in qualità di autrice di un libro ?
Stancante ma bellissima. Ho conosciuto molti lettori di persona e ho firmato tante copie con la mia grafia orribile inoltre ho incontrato i nuovi player del gdr Vodka&Inferno ispirato liberamente al libro e sono stata veramente contenta. Al primo comicon c’era perfino il cosplay di Viktor!
Qual è il tuo rapporto con i fan, hai altre occasioni di incontrarli oltre il contesto social e le fiere ?
Con il gruppo Vodka&Inferno Gdr ci vediamo spesso e volentieri quotidianamente, molti sono di Napoli. Incontro anche altri lettori di Napoli e molti hanno il mio numero di cellulare. Spesso si confidano con me anche se non sono molto brava a dare consigli però mi piace ascoltare.
Infine cosa diresti a chi come te ha il sogno di diventare una scrittrice.
Di cambiare sogno. In Italia gli scrittori sono considerati alla stregua dei collezionisti di francobolli. La scrittura non è più un lavoro vero. Se dici in giro che scrivi vieni anche considerato un idiota. La scrittura per me è cura ma anche malattia. Ti scatena addosso un’ondata di malignità, di cattiveria inaudita soprattutto adesso all’epoca dei social. Una parte di me direbbe di insistere, di amare il proprio sogno anche se tormenta, ma la parte più razionale consiglia di scrivere per se stessi se non si hanno le giuste conoscenze. Come per tutto d’altronde. Scrivere fa male, esporsi è un continuo trovarti alla gogna. Ogni virgola, ogni emozione viene pesata. Se non si hanno le spalle forti è meglio rinunciare. Io non ho le spalle forti, sono debole.