
Universi Paralleli
“Viviamo nel migliore dei mondi possibili”. Questo si chiede il pensatore tedesco Leibniz. Ma Voltaire, scrittore e filosofo francese, controbatte con: “Se questo è il migliore dei mondi possibili, allora dove sono gli altri?”.
Queste teorie e disquisizioni così vecchie, non sembrano più essere tanto lontane dalla realtà. A darci una spiegazione è Max Loughan, un ragazzo prodigio americano. Il giovane sostiene infatti che il nostro universo sia stato distrutto e che adesso ci troviamo in un universo parallelo. Ma prima di chiarire, procediamo con ordine.
L’erede di Tesla: Max Loughan
Max Loughan non è certo un bambino qualsiasi. Nato nel 2002, aveva solo 13 anni quando ha inventato un dispositivo ad energia libera capace di raccogliere l’energia elettromagnetica dell’atmosfera e di convertirla in corrente utilizzabile per alimentare dispositivi elettrici. La cosa interessante è che per realizzarlo ha impiegato pochissimi semplici strumenti, per un valore inferiore ai 15 $.
Oltre a ciò, è diventato famoso anche per le brillanti ed innovative idee su argomenti come l’Universo e le realtà alternative. Probabilmente, stiamo parlando del ragazzo più intelligente del mondo.

Gli esperimenti del CERN: la fine dell’universo
La teoria di Loughan riguarda gli esperimenti del CERN (l’Organizzazione Europea per la ricerca nucleare) in Svizzera. L’”erede di Tesla” sostiene che il centro abbia distrutto il nostro universo nel corso degli ultimi esperimenti. La nostra realtà sarebbe letteralmente implosa e noi tutti ci troveremmo ora in un mondo parallelo, simile a quello originale, se non per qualche piccola differenza. Questo potrebbe spiegare il famoso Effetto Mandela.

Reminescenze di un altro mondo: l’Effetto Mandela
L’Effetto Mandela è un fenomeno degli ultimi anni, inerente alle diverse memorie e percezioni della realtà. Il nome deriva dal caso della blogger Fiona Broome, rimasta colpita dalla scoperta che il politico sudafricano fosse morto nel 2013 anziché negli anni 90, come lei ricordava. Confrontandosi con altre persone, scoprì che erano in molti ad avere lo stesso sentore. Da allora, qualunque caso di memorie collettive “sbagliate” viene associato all’Effetto Mandela (nome scelto dalla stessa Broome). Può sembrare inaspettato, ma in realtà sono decine gli esempi di questo fenomeno e sono migliaia quelli che lo sostengono. Tutt’oggi, nuovi casi analoghi vengono portati alla luce e postati sul sito ufficiale o sui social. Possibile che cosi tante persone ricordino semplicemente male? Qualche dubbio resta comunque.

La scienza ha appena iniziato a graffiare la superficie della natura della realtà e tuttavia i loro risultati sono più scioccanti di quanto siamo stati in grado di immaginare. Sarà vera l’ipotesi del giovane prodigio? Ecco il video dove lo spiega personalmente.