[dropcap]A [/dropcap]Napoli tra i tanti disagi presenti e persistenti che gareggiano per il premio del “più fastidioso”, c’è ne uno che da un bel po’ di tempo si trova in pole position nella classifica dei candidati. Basta pronunciare la “parolina magica” e l’umore del napoletano cambia repentinamente e sprofonda in rabbia e avvilimento. Di cosa stiamo parlando? Semplice, della Ztl. La Zona a Traffico Limitato, imponente nemico degli automobilisti costretti a progettare nuove “mappe” per capire quale strada percorrere e cronometrarne i tempi che implicano le deviazioni….senza dimenticare le altre “mappe” per evitare le buche cittadine. Secondo la definizione ufficiale, le Zone a Traffico Limitato sono aree situate in svariati punti delle città per limitare la circolazione delle auto, motorini e mezzi pubblici in alcuni orari della giornata. Tra gli scopi del provvedimento si annoverano:
- il mantenimento in sicurezza del centro storico durante gli orari di affluenza di un gran numero di pedoni o di maggiore traffico
- mantenere bassi i livelli di inquinamento nelle zone centrali
- aumentare le entrate amministrative anche con l’eventuale pagamento di un pedaggio urbano.
Bene, analizzando ogni punto è lecito chiedersi: Quale vantaggio hanno ottenuto i partenopei? Per ora Centro Storico, Riviera di Chiaia, Vomero, via Epomeo, insomma, tutta Napoli appare solo circondata da un isterico traffico automobilistico. I livelli di inquinamento non sono calati,anzi, spesso le centraline dell’Arpac (quando funzionano) rilevano valori alquanto preoccupanti. Le conseguenze più gravi sono ben due: la morte economica dei quartieri e lo stato di pericolo e degrado in cui riversano. Già nei primi mesi dall’avvio della Ztl nel quartiere Chiaia, ad esempio, i commercianti hanno registrato guadagni dimezzati e addirittura calati dell’80%, innescando una reazione a catena di proteste ed occupazioni. In questi giorni è anche via Epomeo a ribellarsi in vista della decisione dell’ amministrazione comunale di prorogare la sperimentazione, partita il 19 novembre 2012, per la riduzione della circolazione delle auto, fino al 30 giugno 2013. La stessa sperimentazione che ha scatenato la caduta a picco dei guadagni delle imprese locali che contano oltre mille dipendenti.[divider] Al di là dei cittadini e dei commercianti, a risentirne sono anche le strutture pubbliche, come il vecchio policlinico universitario che rischia di entrare in crisi a causa del dispositivo comunale. Ed è stato proprio il sindacalista del Confsal Snais e membro del Consiglio di amministrazione dell’ azienda ospedaliera della Sun (Seconda Università di Napoli), Alberto Costantini, a denunciare su un quotidiano locale, la situazione di profondo disagio e degrado in cui riversa Piazza Miraglia, all’ingresso principale del policlinico. Piazza in cui le aiuole sono diventate “case improvvisate” per barboni ed ubriaconi e dove, per superare i varchi della Ztl, le ambulanze e le auto dei dipendenti, circa seicento vetture al giorno, sono obbligate ad andare contromano almeno per dieci metri, correndo il rischio di seri incidenti. Situazione, questa, che ha determinato un netto calo di studenti e pazienti che non riescono ad accedere facilmente e civilmente alla struttura, tra l’altro unica realtà sanitaria del centro storico. L’unica soluzione sarebbe raggiungere la zona a piedi ma in condizioni di particolari patologie e disabilità è ovviamente impossibile. [divider]Ma non è tutto: al traffico, al degrado ed alla crisi economica, va aggiunta un’altra “perla” regalata dal provvedimento: la mancanza di sicurezza. Su questo filone la paura e l’angoscia dei residenti di via Chiaia, vittime di furti ed aggressioni, si fanno ben sentire. Dopo il crollo della palazzina dello scorso 4 marzo 2013 e l’ulteriore chiusura al traffico della Riviera, il numero di aggressioni e di “topi di appartamento”, anzi di “sciacalli”, sta salendo alle stelle. A rigirare il dito nella piaga dei timori e delle preoccupazioni è l’incombente previsione della “Ztl speciale” che il Comune sta progettando per la seconda tappa napoletana delle World Series, altro paradosso quest’ultimo, data la situazione dei lavori (praticamente fermi) della palazzina crollata. Questa mattina ci siamo fatti un giro in zona ed abbiamo raccolto le testimonianze di alcuni abitanti del luogo. Alcuni residenti basiti e arrabbiati spiegano:
Eravamo la zona della movida e quella con il maggior numero di visitatori sia di giorno, che nelle ore serali. Adesso qui è un deserto e anche molti professionisti stanno lasciando l’area con i loro studi. Questo determinerà gravissimi danni economici e sociali. Adesso non ci sentiamo più sicuri nelle nostre case
E ancora:
Vivo nel terrore di crolli e di rapine. Questa città andrebbe rifatta da cima a fondo. Non c’è nulla di efficiente…se avessi la forza necessaria me ne andrei perchè sono troppo disgustato. Guardate Chiaia, i negozi fanno la fame, viviamo nell’insicurezza più totale. Una volta era tra le zone più belle e rinomate, adesso mi sembra un cumulo di polvere nell’abbandono totale.
Non ci sono parole, è questo il “regalo” che il Comune voleva propinare ai napoletani con la Ztl, per una città ordinata, sicura, pulita, e rigogliosa? Magari si sono fatti i conti senza l’oste… E con tutti i problemi drammatici ed urgenti, si pensa a come collocare l’America’s Cup…Voi che ne dite?
Bruna Di Matteo