Sostituire l’autobus R4 – che collega la zona ospedaliera al centro storico di Napoli – con linee filobus. Questo un progetto nato nel 2005 dopo l’ acquisto “incauto” di 90 filobus da parte dell’amministrazione comunale precedente. La zona, altamente trafficata, non è predisposta all’inserimento dei filobus, questo è il parere alquanto unanime degli abitanti dei Colli Aminei che sono molto preoccupati per i problemi di viabilità che potrebbero sorgere. Ospedali, scuole, farmacie aperte h24 che rendono Viale Colli Aminei denso di auto parcheggiate – purtroppo molto spesso selvaggiamente – e auto di passaggio. I lavori per la realizzazione del progetto sono iniziati in sordina con l’inserimento di plinti per il posizionamento dei pali elettrici su marciapiedi da pochi riqualificati. Grazie alle proteste i lavoro sono stati sospesi, infatti, da sempre i cittadini – pur apprezzando la volontà di inserire mezzi ecologici all’interno delle dinamiche del trasporto pubblico – si sono battuti per fermare i lavori. Ciò è accaduto grazie anche all’intervento della Sovraintendenza che, tenuto conto del vincolo paesaggistico ambientale esistente dal 1956 tra il Cardarelli e i Colli Aminai, ha chiesto all’amministrazione di fermare i lavori e rivedere il progetto. La revisione è arrivata qualche settimana fa grazie alla presentazione di un progetto nuovo solo nella realizzazione di un unico palo utile sia all’illuminazione pubblica che alla trazione dei filobus. I cittadini, quindi, hanno ripreso la loro protesta chiedendo all’amministrazione comunale di cercare, almeno nella tratta Capodimonte/Colli Aminei una soluzione alternativa. La soluzione più logica sarebbe quella di rafforzare i collegamenti con la linea della metropolitana e aumentare il numero di navette presenti sul territorio. Dulcis in fundo per gli abitanti della zona interessata sorge anche il problema del deprezzamento che la loro casa potrebbe subire per la presenza dei pali di trazione innanzi a finestre e balconi (in particolare per i piani bassi) che varia dall’8 al 15% del valore stesso. Questo perchè il progetto manca di un’analisi costi-benefici e proprio per questo l’amministrazione potrebbe trovarsi a dover risarcire – in via bonaria o in via giudiziaria – i proprietari penalizzati. Rossella Pardi
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