
Adpocalypse Youtube
Negli ultimi tempi ricorre spesso la parola “Adpocalypse” riguardo YouTube. Gira voce infatti che per il più celebre sito di video sharing al mondo sia ormai giunta la fine. Ma questo è vero? E’ davvero arrivata la fine per questo sito? E in cosa consistono le continue lamentele delle Webstar?
Facciamo un po’ di luce sull’argomento.

L’inizio della crisi
Un po’ in modo casuale, la cosiddetta Adpocalypse sembra trovare le sue radici in relazione ad un caso di cronaca. Ci riferiamo all’attentato di Londra in cui un poliziotto fu ferito da una pugnalata nonostante il giubbetto antiproiettile. Dopo l’incidente, lo youtuber JoergSprave decise di fare un video inerente all’episodio. In questa clip, il protagonista dimostrava di come i giubbetti dati in dotazione agli agenti londinesi non fossero molto utili contro le armi da taglio. La dimostrazione, ovviamente, avveniva tramite l’utilizzo di una di queste armi contro un manichino con sopra una delle suddette protezioni.
Sembrerebbe trattarsi quindi semplicemente di un normale video di informazione e denuncia, nulla di strano. Internet è un potente strumento di informazione e diffusione. Tuttavia la faccenda è diventata molto più complicata.

Il filmato, estrapolato dal suo contesto, è stato bollato come un atto di incitamento a ferire i poliziotti ed è stato riportato su centinaia di siti. Molti media si sono mossi rapidamente, pronti ad attaccare la celebre piattaforma. Tale evento ha anche allarmato gli sponsor pubblicitari, che per non essere associati ai contenuti violenti dei video “sconvenienti”, hanno iniziato una protesta. Fu l’inizio dell’apocalisse.
Adpocalypse: la divisione dei contenuti
Il risultato della protesta dei media e degli sponsor è stata la reazione di YouTube, con dei seri provvedimenti. A seconda dei contenuti dei video, questi ora vengono divisi in “buoni” e “cattivi”. Tuttavia, essendo impossibile riuscire a dividere manualmente tutte le clip in queste due categorie, a causa dell’enorme numero, è stato elaborato una posato algoritmo. Grazie a questa divisione, le pubblicità e gli sketch degli sponsor compariranno solo nei video bollati come buoni.
Tralasciando il fatto che questa iniziativa sia nata da considerazioni sbagliate dell’opinione pubblica, non viene neanche svolta a dovere. Basta saper scegliere i tag, i titoli e i sottotitoli del propri video per fargli superare tutti gli stop.
Le conseguenze del fenomeno
I primi a risentirne di questo cambiamento sono proprio gli Youtuber. Infatti, a causa delle nuove restrizioni, molte Webstar hanno visto i loro contenuti bollati come cattivi. Ne consegue quindi una diminuzione dell’indicizzazione dei loro lavori e la perdita di sponsor e pubblicità.
Abbiamo già parlato degli introiti possibili su YouTube e sappiamo che molti ne hanno fatto un vero e proprio lavoro. Tuttavia, a causa della nuova regolamentazione, molti “Creator” sono stati costretti a reinventarsi e a cambiare i contenuti del proprio canale, con la speranza di sopravvivere. Altri ancora, specializzati in tematiche dal carattere forte, si trovano con le spalle al muro. Perché si sa, YouTube non rappresenta un guadagno sicuro. In esso vengono spesi tempo e risorse e rappresenta un vero e proprio investimento. Non tutti però possono far facilmente fronte alle spese necessarie per mantenere lo stesso tenore e qualità di contenuti.
Cosa ne consegui quindi? Una forte perdita dei contenuti disponibili e amati dagli utenti.
Qual è la soluzione? Al momento non sembra effettivamente esserci. Molti hanno già deciso di emigrare su Patreon (sito basato su donazioni degli utenti), ma è lontano da essere una versa risposta al problema. Sono già tanti gli Youtuber che hanno denunciato sensibili cali dei loro guadagni. La faccenda è un duro colpo soprattutto per le star italiane. In tanti hanno affrontato questo problema, da Breaking Italy, a Quei Due sul Server; da Favij a Yotobi.

Voi cosa ne pensate? I protagonisti del Web e il mestiere di Youtuber sono destinati a sparire? Fare video tornerà ad essere una pura e semplice passione? Date un’occhiata nel frattempo ai video di Breaking Italy, Favij e Yotobi sull’argomento. Forse quest’ultimo ha ragione quando dice: “Noi Youtuber abbiamo la data di scadenza scritta nel retro del nostro culo: è solo questione di tempo. Per questo motivo, non avendo realmente delle vere e proprie esperienze, conviene ingegnarsi per fare qualcos’altro. Anche semplicemente da qualche altra parte”.