
Madrina della serata è stata Cettina Celati della Performing Art Plus, che insieme a Carla Calce dell’associazione Assodifesa e all’associazione Merqurio, con la partnerschip di Pintus Team e Dam, ha aggregato, per tale feconda occasione, mondo politico e associazionistico perché si incontrassero su un piano di fattualità. All’evento, patrocinato dal Comune di Napoli, della Provincia e della Regione Campania quindi sono stati presenti, per un dialogo da proseguire la Fondazione Adastra, e le associazioni Dacia Partenope, Nova Italia, CST Academy, il magazine Motor & Fashion e i Cavalieri di Malta OSJ. A voice for Women, una unica voce per le donne, quindi, in condizione di disagio; donne sole, isolate, violate. L’obiettivo concreto della serata: reperire fondi per la Casa di Tonia, centro di accoglienza che ospita donne di qualunque nazionalità, religione e provenienza sociale, che possono, quindi, proseguire, con il sostegno di professionisti, la propria gravidanza o recuperare una stabilità psicologica e fisica per una vita nuova e diversa una volta emerse dalla violenza domestica e non solo. Ricordare il numero verde, 800 81 40 81, del call center della solidarietà è fondamentale perché questo seme si propaghi. Una unica voce per le donne, quindi, contro la violenza, ogni tipo di violenza. Messaggio che proviene non solo dagli instancabili organizzatori della raccolta fondi ma anche dai rappresentanti politici intervenuti alla serata, quale la parlamentare Michela Rostan, e dall’attore Benito Gaudino Raimo, ideatore del corto Luce degli occhi per sensibilizzare alla denuncia e al sostegno di ogni donna maltrattata.
Più di una voce maschile contro la violenza sulle donne: il premio Nobel per la Pace 1985, Francesco Gnisci Bruno con vigore ha evidenziato quanto la forza e il coraggio di un uomo, quindi la sua virilità, non si valuti assolutamente con la prevaricazione sulla donna. Il premio Nobel ha reso edotto, conquistandolo, l’eterogeneo pubblico di verità scientifiche non note ai più, quale la circostanza evolutiva che nelle prime sei settimane di vita il feto esprime solo caratteristiche genetiche e morfologiche femminili: il feto nasce femmina. Solo successivamente si attua la differenziazione sessuale. Vale a dire, ha sostenuto il dottor Gnisci, che la donna è nata ben prima dell’uomo, ben diversamente da quanto la religione cristiana e cattolica afferma da secoli e che l’uno non esiste senza l’altra. La spiegazione antropologica riguardante il ruolo dei sessi nei tempi antichi, che vedeva nel maschio colui che, per motivi di forza fisica, era preposto a proteggere la femmina e i suoi piccoli dai pericoli permettendo la prosecuzione della specie, getta luce sul fraintendimento storico e culturale di sottomissione della donna e di individuazione dei suoi spazi relativi principalmente agli ambiti di cura. Un inno alla donna ma anche un avvertito consiglio agli appartenenti al genere maschile nella visione olistica di una realtà informata ai valori di pace e rispetto per ogni tipo di differenza, che ha motivato il premio Nobel alla creazione di un gruppo Facebook intitolato Amici della vita per la pace e la dignità umana. Numerosi artisti hanno aderito alla manifestazione, donando le proprie opere, ispirate alle Women Icons: donne, appartenenti agli ambiti più disparati, distintesi nelle loro, non facili, vite, e che hanno impresso per sempre la loro traccia nel genere umano; donne quali Brigitte Bardot, Madre Teresa di Calcutta, Eleonora Duse, Carla Fracci, Aretha Franklin, Indira Gandy, Audry Hepburn, Rita Levi Montalcini, Sofia Loren, Madonna, Alda Merini, Evita Peron, Aung San Sou Kyi. Sono stati messi all’asta, opere di singolare e pregevole fattura: quadri raffiguranti, in modo personale e originale tali figure di donne, la scultura dedicata a Evita Peron, e scatti fotografici che ben evidenziavano la differenza tra l’amore e la violenza, dal titolo, Sì all’Amore…no alla violenza, principio ispiratore anchedell’opera di Body Painting Love is not violence e del corto teatrale “Bang Bang”.
La propria arte al servizio di una unica causa, per le donne, partecipata da molte donne, quali l’attrice, Rossella Celati, le ballerine di flamenco Maria Chiara Gaudino e Ilaria Gentile, l’intensa vocalist Roberta Nasti, le pittrici, Maria D’Anna, Silvia Iuliucci, Maria De Santis, Jeannine Gerard, Adriana Mallano, Agnese Masucci, Enza Voglio ma anche da uomini, quali i pittori Angelo Accardo, Giuliano Chierchio, Antonio Ingenito, Nunzio Meo, Mario Sepe, Nicholas Tholosa, Giuseppe Tuzzi, il fine scultore Antonio Esposito e il fotografo Salvo Consales, e inoltre i musicisti Luigi di Nuzzo, Gino Giovannelli, Vincenzo Lamagna, Salvatore Rainone, e il DJ Sima.
Donne e uomini che richiamano le coscienze a una scelta ben chiara e definitiva. Come ha dichiarato un altro difensore dei diritti dell’umanità, Desmond Tutu, rivelando la semplicità di un comportamento che ha una nefasta influenza in ogni genere di disparità, sia essa razziale o di genere: “Se sei neutrale in situazioni di ingiustizia, hai scelto il lato dell’oppressore”.