
Per creare uno spettacolo d’impatto bastano quarantacinque minuti e pochi ma validi artisti. Ed è esattamente il giusto mix che si ritrova nella rappresentazione Da Vinci – Nomen Omen allo ZTN – zona teatro naviganti, in vico Bagnara, adiacente a piazza Dante. Lo spettacolo di danza contemporanea, ideato e diretto da Andrea Arionte, con le sue stesse coreografie insieme a Simona Perrella, in scena dal 5 al 7 dicembre, offre all’uomo l’occasione per ripensare ai suoi limiti. In un’atmosfera cupa, con luci rosse di tanto in tanto, accompagnato da un sottofondo musicale spezzato, a volte assente, lo spettatore può calarsi in un’esperienza che lo porta a rivedere il proprio rapporto con la conoscenza e col corpo. Un corpo che a tratti diviene anch’esso meccanico allo stesso ritmo della musica, che mostra tutti i limiti della specie umana, per cui l’arte e il movimento possono rivelarsi validi atti creativi e una spinta all’elevazione. E’ solo all’uomo- artista, infatti, che si apre una via di salvezza che consiste nella dimensione celeste e mistica, da poter raggiungere anche attraverso il volo. E in alcuni momenti, i corpi che si muovono sul palcoscenico ideale del teatro sembrano proprio fluttuare nell’aria, così come mentre in altri il loro pesante stare a terra li condanna alla dimensione umana. Solo accostandosi agli uccelli, infatti, usando gli arti come fossero delle ali danzanti leggere, i corpi possono sperare di raggiungere l’oltre.
Quell’oltre che è una dimensione di sospensione, che in parte può essere toccata dall’uomo vitruviano così come rappresentato alla fine dello spettacolo. Un uomo, questo, che solo in parte è riuscito a liberarsi del peso corporeo. Ma lo spettatore, a questo punto finale, ha già raggiunto la sua possibilità di astrazione, rapito dalla visione dell’invisibile che si cela dietro l’umano.