
Il monastero di San Lorenzo Maggiore è uno dei più antichi di Napoli e sorge in quello che era il cuore economico e sociale della città.
Alcune ricerche archeologiche hanno portato alla luce una ricca stratificazione, consentendo di individuare le varie fasi che si sono susseguite in questo sito nel corso dei secoli. Ad esempio, al di sotto della chiesa e del chiostro, sono emersi i resti di un mercato di epoca romana e dell’ aerarium ( l’ edificio in cui veniva custodito il tesoro della città). Su quest’ area, nella seconda metà del IV secolo il vescovo napoletano Giovanni II fece edificare una basilica paleocristiana intitolata a San Lorenzo.
Nel Duecento l’ entourage angioino diede vita ad uno degli esempi più straordinari di architettura gotica transalpina dell’ Italia meridionale e la prima parte ad essere realizzata fu l’ abside, circondata da un deambulatorio. All’ inizio del Trecento maestranze locali innalzarono la navata e il transetto secondo i canoni della “chiesa povera” di San Francesco. E’ proprio qui che nel 1234 si insediò una comunità francescana che diede vita ad un importante studio teologico.
I caratteri architettonici della chiesa di San Lorenzo Maggiore non sono rimasti immutati nel tempo: i frequenti terremoti ne indebolirono le strutture così Ferdinando Sanfelice ricostruì la facciata, che fu fortemente danneggiata dal terremoto del 1732.
Gli affreschi della cupola sono di Niccolò De Simone, mentre sull’ altare c’è un dipinto di Massimo Stanzione ( La Madonna del Rosario tra San Francesco D’ Assisi, San Francesco di Paola, San Domenico, Santa Caterina da Siena e Santa Margherita, realizzato tra il 1643 e il 1650).
All’ interno troviamo le statue di San Lorenzo (al centro), di Sant’ Antonio (a sinistra) e di San Francesco (a destra). All’ esterno troviamo il campanile dove Masaniello nel 1647 arringò il popolo per la rivolta.
La biblioteca Caracciolo si trova all’ interno del lapidarium dove è allestito un percorso didattico dedicato al libro.
Landolfo Caracciolo nacque a Napoli nel 1280, indossato l’ abito francescano si recò all’ Università di Parigi per perfezionare i propri studi, qui fu riconosciuto come uno dei migliori allievi e si guadagnò il titolo di Doctor Collectivus.
La biblioteca comprende un fondo antico ed uno moderno: il primo è ricco di manoscritti e volumi rarissimi ( incunaboli, cinquecentine, seicentine etc.), il secondo comprende oltre 20.000 volumi con particolare riferimento alla teologia, alla filosofia, all’ agiografia e al diritto.
I testi risalgono prevalentemente al Cinquecento e al Seicento, della maggior parte di essi viene esposto il frontespizio dove veniva incisa la marca tipografica costituita da un serto vegetale all’ interno del quale è racchiuso il giglio fiorentino.
All’ ingresso della grande sala di consultazione due teche consentono di ammirare alcuni volumi appartenenti al fondo antico della biblioteca: tra i volumi della prima teca se ne possono alcuni editi da grandi nomi della tipografia italiana come Giunta, Herz e Nicola Pezzana.
Nella seconda teca è esposto un Commento alla Teologia di Giovanni Duns Scoto, pubblicato a Napoli nel 1641 e realizzato da Angelo Volpe.
Concludono il complesso bibliotecario la Quadreria e la Sala Brancaccio appartenenti alla omonima famiglia,nella prima sono custoditi i dipinti della nobile famiglia mentre nella sala troviamo documenti, fotografie e lettere relative a Giuseppe Maria Palatucci vescovo che operò durante la Seconda Guerra Mondiale.
E’ da ricordare che il patrimonio librario del Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore è di valore inestimabile: alcuni volumi infatti sono stati concessi in prestito per importanti mostre librarie, i locali inoltre sono stati restaurati in occasione del Giubileo del 2000 e attualmente sono in gestione dell’ Istituto Politeia da parte dei Frati Minori Conventuali.