
Salito alla ribalta come simbolico gesto d’amore grazie al libro e al film “Tre metri sopra il cielo”, i lucchetti hanno letteralmente invaso le città storiche di Italia. Largamente utilizzati dai turisti come simbolo di unione, hanno ridotto molti monumenti ad un cumulo di ferraglia, non lesinando danni alle strutture, come il lampione crollato sotto il “peso dell’amore” sul Ponte Milvio a Roma. Situazione limite anche a Venezia, dove sono a migliaia i turisti che, ogni giorno, sentono la necessità di manifestare il proprio sentimento appendendo un lucchetto con dedica in prossimità delle romantiche vedute dai ponti, ma anche su lampioni e ringhiere di case private.
Proprio dalla città lagunare, grazie allo scrittore Alberto Toso Fei, è partita l’iniziativa “Unlock your love” per liberare, in primo luogo, il ponte dell’Accademia dai chili di ferramenta e per arginare il fenomeno nel centro storico. Sul ponte del Canal Grande ed in altre zone “calde” della città sono stati affissi centinaia di cartellini in diverse lingue che spiegano come questo apparentemente innocuo gesto sia, in verità, degradante per l’amore stesso ed una eredità pesante e immeritata per i centri storici.
Non una sterile polemica, ma un cordiale invito al buonsenso e al rispetto diffuso sui social e tramite volantini. Un primo risultato è stata la presa di posizione del Comune di Venezia: dopo intensi giorni di lavoro, armati di tronchese, gli operai hanno liberato i parapetti del ponte dell’Accademia dall’ammasso di ferraglia. Gelosi custodi della propria città i veneziani, in questi giorni, si sono poi armati per il “cleaning day”, pronti ad eliminare i lucchetti superstiti, oltre che a ripulire la città da scritte, scarabocchi e sporcizia. In questi mesi altre città d’Italia e del mondo hanno già fatto richiesta di adesione a questa iniziativa: un’azione semplice, capace di unire i cittadini nel comune intento di salvare le proprie città dalla spazzatura e l’amore dai gesti banali.