

[dropcap]A[/dropcap] fonte dell’ultimo rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione, presentato lo scorso 12 ottobre 2013 a Roma, il 63% degli italiani si connette a internet, l’1,4% in più di un anno fa. Non meraviglia questo numero, quanto le cifre che seguono: per i giovani si parla del 90,4%, per i diplomati o laureati la percentuale è del 84,3 %; nelle città con più di 500 abitanti 83,5%. Sembra si stia parlando di banalità per il nostro secolo; eppure una sorta di rapida meditazione in questa società multitasking è d’obbligo: dal 1981, ovvero da quando nasce IBM (il primo personal computer) al 1995, quando nacque Netscape, (il primo browser di massa), trascorrono rispettivamente 32 e 18 anni. Relativamente pochi decenni, eppure sembra un tempo lontanissimo, un’altra era leggendo i risultati dell’ultimo resoconto. [divider]A tutto ciò si aggiunge l’espansione incontrollabile dei social network: delle persone che usufruiscono di internet, il 69,8 %, il 6% in più dell’anno precedente, è iscritto su Facebook. Il 61% condivide file su Youtube ed il 15,2% usa Twitter. Dunque si comunica attraverso un schermo: si chatta, ci si scambia informazioni ed idee servendosi di potenti macchine che pian piano trasformano noi tutti in robot e cyber.
Per non parlare di tablet, I phone, I pad che ci accompagnano quotidianamente e che divengono prolungamenti dei nostri arti; non è un caso che per il wifi la percentuale sia del 40,9%, di cui il 46,7% utilizzata da ragazzi. Un tempo si scrivevano lettere che si inviavano attraverso piccioni viaggiatori e si sperava di ricevere risposte nell’arco di qualche mese; oggi mandando un sms se la risposta non arriva nell’arco di frazioni di secondi si crea il panico. Tutto cambia, tutto scorre, tutto si modifica e, purtroppo, tutto più facilmente si dimentica, ma l’importante è restare connessi!
Francesca Saveria Cimmino