L’imprenditore: “La notte di San Silvestro evidenzia le solite criticità che non solo non vengono risolte ma accentuate. Come si fa a parlare di decentralizzazione se la festa è riservata a un paio di municipalità e taglia fuori tutte le altre, anche con i trasporti?

NAPOLI – “Napoli si presenta ancora una volta all’appuntamento del Capodanno con un assetto della mobilità pubblica che divide la città in due e ne limita pesantemente le ambizioni turistiche”. A sottolinearlo è Enrico Ditto, noto imprenditore attivo nel settore dell’hospitality, che evidenzia come l’organizzazione dei trasporti nella notte di San Silvestro confermi un’impostazione “centripeta, incapace di garantire connessioni reali se non tra il centro e il Vomero, tagliando fuori il resto delle municipalità”.

“Parliamo di una città che, nella notte simbolicamente più importante dell’anno, riesce a garantire collegamenti sostanzialmente solo sull’asse centro-Vomero. Tutto il resto resta ai margini, con quartieri difficilmente raggiungibili e di fatto esclusi dall’esperienza urbana del Capodanno”, osserva Ditto, richiamando una criticità che si ripresenta ciclicamente e che va oltre la singola notte festiva.

Il quadro delle aperture e delle chiusure del trasporto pubblico per le festività evidenzia una forte discontinuità del servizio. Se alcune linee su ferro e funicolari vengono potenziate o prolungate nella notte del 31 dicembre, il sistema nel suo complesso continua a offrire una copertura frammentaria, con ampie aree della città prive di collegamenti efficaci nelle fasce notturne e nei giorni festivi. Una situazione che, secondo Ditto, “non può essere considerata un’eccezione tollerabile, ma un limite strutturale per una città che vive di turismo e accoglienza”.

“La verità è che una città spaccata a metà dal trasporto pubblico non può ambire a consolidare alcuna posizione turistica seria”, afferma l’imprenditore. “Non è credibile promuovere Napoli come destinazione diffusa se poi, nei momenti di massima affluenza, si accetta che solo alcune zone siano realmente accessibili, mentre altre vengono di fatto scollegate”.

Da qui la richiesta, netta, di un cambio di passo sul piano della governance. Secondo Ditto non è più rinviabile l’istituzione di una cabina comune per il trasporto pubblico che metta insieme Comune, Regione e gestori, superando la frammentazione attuale. “Serve una regia unica che ragioni in termini di sistema e non di interventi spot. Il comparto va riformato nel suo insieme se si vuole affrontare la sfida del consolidamento turistico, non solo tamponare le emergenze”.

Nel ragionamento dell’imprenditore rientra anche il tema, spesso evocato, della decentralizzazione dei flussi turistici. “Se si continua a concentrare eventi, servizi e collegamenti in due municipalità, parlare di decentralizzazione diventa un esercizio retorico”, conclude Ditto. “È inutile invocare la diffusione dei flussi se non si progettano eventi di Capodanno in tutte le municipalità e, soprattutto, se non si garantiscono trasporti adeguati per raggiungerle. Senza mobilità, la città resta divisa e le opportunità restano concentrate”.

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