
La sicurezza quando si è a bordo delle quattro ruote non è mai troppa. Ma pur osservando le canoniche norme del codice stradale, c’è sempre da fare attenzione soprattutto se si incorre nei tipici “trucchetti” adoperati dai malviventi per truffare gli automobilisti. Dopo la truffa dello specchietto, ecco arrivare la truffa del pongo. Ecco come funziona: durante un sorpasso, l’auto della vittima designata, viene colpita da una pallina di pongo all’altezza dei finestrini, il colpo, grazie all’effetto della velocità, crea una striatura sugli stessi. L’effetto ottico è sorprendente, a prima vista, infatti, il danno sembra esserci veramente. Già si contano le prime vittime di questa nuova truffa, una testimonianza arriva da un cittadino romano che racconta la sua esperienza al portale web “Cinque Quitidiano”: “Sono stato sorpassato a buona distanza una macchina (un’Alfa Mito grigio chiaro metallizzato). Durante il sorpasso ho sentito un botto secco sulla mia macchina, come quando un sasso ti colpisce un vetro. Subito dopo la vettura che avevo sorpassato comincia a lampeggiarmi. Non capisco bene, ma siccome insiste mi accosto e il tale (brutta faccia; grassoccio; parlata sicula; si presenta come Emiliano) mi dice che il mio sportello gli si è aperto in faccia e lo ha danneggiato. Io sulle prime, preso di sorpresa, ci credo. Controllo sul fianco della mia macchina e vedo uno striscio bianco di cinquanta centimetri (vedi foto). Mi spavento. Mi avvicino alla macchina del tale, che ha un danno minimo, per giunta a un’altezza che non coincide col mio striscio. Comincio a insospettirmi. Tra l’altro mi dico che uno sportello, che ho chiuso con le mie mani, non può aprirsi e chiudersi perfettamente, e, se sbatte contro qualcosa in velocità, la distrugge e si distrugge. Lui dice che ha fretta, che il danno sarà di duecento euro e che se lo farà riparare dal suo carrozziere. Io tiro fuori il telefono e faccio per fotografare i danni suo e mio. A quel punto la fretta del tale diventa estrema; mi chiede se ce li ho, gli euro. Capisco la manfrina. Io dico di no. Lui chiede “a quanto posso arrivare”. Allora capisco. Gli dico che non ho niente e lui dice: “Va be’, pensi alla salute” e se ne va. Controllo lo sfregio della mia macchina. Non è una botta, è una specie di strisciata di pongo, che si toglie fregando col dito. In parole povere, era un tentativo di truffa. Mi hanno lanciato una pallina di pongo in velocità simulando un danno, e quando mi hanno visto resistente e fotografante se ne sono andati. Devo supporre che sia un metodo studiato con cura. Può darsi che qualcuno di voi in autostrada incappi in questi tizi. Fate attenzione“.