
Tricò. Lo stilista delle regine
Quando l’eleganza d’altri tempi incontra passione e creatività
Un romanzo di formazione oltre che ritratto di famiglia, il racconto della creatività che diventa arte e industria, la vicenda di un’Italia che riesce ad affermarsi nel mondo partendo dal salotto di casa. E’ tutto questo il libro in cui Andrea Scazzola e Francesca Romana Carpentieri hanno messo in fila le parole che lo zio Pierluigi ha voluto donargli nei lunghi mesi di malattia in cui lo hanno assistito non soltanto con l’amore filiale che si prova nei confronti di un proprio caro, ma per tutto quel nucleo intriso di significati che la sua storia aveva rappresentato per il loro privato ed il pubblico.

Siamo in uno dei quartieri più celebri di Roma, il Flaminio, nella primavera del 1982, quando un uomo magro ed elegante decide di vendere il grande arazzo del salotto che in qualche modo aveva rappresentato il palcoscenico ”Familiare” da cui tutto era iniziato; l’acquirente si rivela un personaggio sibillino e taciturno, quasi a lasciar intendere che nulla sarà più come prima. Il flashback risulta così inevitabile, dall’infanzia dei fratelli Scazzola, ai genitori Giulio e Bianca, arrivando alla cognata senza la cui determinazione e valenza nulla sarebbe stato possibile. Tutti questi tasselli comporranno Tricò, il marchio affermatosi come prima autonoma boutique nel 1961, e che da quel primo salotto del Flaminio con l’arazzo volerà sulla pelle delle donne più celebri e affascinanti del mondo, coniugando trasgressiva innovazione al fascino tradizionale.
Pierluigi non amava la filosofia, preferiva piuttosto disegnare figurine esili di donne sui bordi del libro e dopo diversi anni di studio e di lavoro quella diventerà finalmente la sua vita ma prima dovrà provare la strada di una laurea in giurisprudenza e un impiego all’Inpdai.
E l’incanto vuole che dal primo abito, semplicissimo ed unico insieme, sia proprio la maglia ad entrare nel DNA dello stilista e delle sue collezioni che conquistano il mondo. La prima sfilata alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma alle passerelle francesi grazie a Pierre Cardin. La consacrazione alla gloria arriverà a metà degli anni Sessanta, conquistando Parigi, Mosca, New York, per tornare a scendere dalla scalinata di Trinità de’ Monti a Roma.

Volti angelici hanno indossato per lui, come Jacqueline Kennedy, Audrey Hepburn, Claudia Cardinale, Allegra Agnelli, le regine di Grecia, Belgio, Danimarca.
Insomma il Made in Italy divenuto leggenda.