

Sala gremita di inkazzati quella di ieri allo store Feltrinelli Libri e Musica di Napoli.
Decine e decine di persone protese ad ascoltare quanto aveva da dire Marco Travaglio sul Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, indiscusso attore protagonista del suo nuovo libro “Viva il Re”.
Il giornalista e vice direttore de Il Fatto Quotidiano ha salutato i presenti con un ironico “siamo qui per celebrare il vostro illustre concittadino” ed il ghiaccio si è rotto.[divider]
“Viva il Re” presenta il Presidente Napolitano come un monarca settecentesco simil Re sole che tutto può e tutto deve, un intoccabile, una figura da venerare e incensare tanto che ogni possibile critica è intesa come “lesa maestà”.
Caso unico al mondo, oltre che nella storia della nostra repubblica, Napolitano è da sempre – nonostante i fatti lo inseriscano in contesti non proprio limpidi – considerato dalla classe politica oltre che dai media come un’entità non criticabile, un santino da reliquiare e sotto cui accendere un cero; Napolitano salvatore della patria che si immola per spirito di sacrificio per salvare la nazione che versa in un preoccupante stato di emergenza politica oltre che economica e sociale. Da Gronchi in poi, passando addirittura per i Papi, tutti hanno subito critiche. Ma lui no, Napolitano NO.[divider]
Prima di entrare nel vivo della presentazione e spiegare senza indugio e con dovizia di particolari il perchè il Presidente Napolitano – come recita il sottotitolo del libro – ha trovato una Repubblica e l’ha resa monarchia, Travaglio ha fatto leggere alla brava attrice Rosaria De Cicco lo scambio di lettere tra il Presidente e la giornalista Barbara Spinelli e la conseguente intervista tra quest’ultima e Travaglio. Motivo del contendere tra i due era un articolo pubblicato dalla Spinelli in cui veniva duramente criticato il Presidente e che a quest’ultimo proprio non doveva esser piaciuto.
Ma questo è solo uno degli episodi che Travaglio cita e descrive a suffragio della sua tesi.[divider]
Il Re Napolitano secondo Travaglio ha più volte – senza che la Corte Costituzionale su cui ha ben 2 volte giurato lo permettesse – messo il becco in situazioni, compromettendole, bloccandole sul nascere o deviandole modificando di fatto il corso degli eventi. Casi eclatanti sono le sue dichiarazioni sui toni politici da adottare, sulle larghe intese, sulle vicende giudiziarie che coinvolgevano particolari esponenti politici o del mondo bancario o giudiziario (su tutti il caso De Magistris a Catanzaro) fino alle sue concessioni di grazia e la sua rielezione a Presidente alla veneranda età di 88 anni.
Sotto la voce “stato di necessità” – che Travaglio definisce solo una leggenda metropolitana sotto cui si inseriscono gli ultimi 3 anni di storia politica e legislativa italiana – il due volte presidente Napolitano ha agito molto spesso fuori dal recinto costituzionale. Anzi – situazione che Travaglio ha spesso ribadito durante l’incontro – immediatamente dopo aver giurato fedeltà alla Costituzione, Napolitano a Camere riunite in fase di discorso di insediamento ha fortemente richiesto ai partiti presenti di riformarla. Ma come…ci aveva appena giurato??[divider]
Dure, durissime le parole del giornalista nel descrivere quanto compiuto da Napolitano durante i suoi mandati. “Un mandato che dura 14 anni non è un mandato repubblicano ma un mandato monarchico; un diritto divino”. Ed ancora “Napolitano è l’ultimo garante degli equilibri marci che hanno retto la storia d’Italia, un paravento sporco”.
Problema ancora più grave di questo, sottolinea Travaglio, è tutta la pantomima che gli gira attorno: la Boldrini che si erge a Madonna Pellegrina, i giornalisti asserviti alle richieste del Colle, tutti i parlamentari che prescindendo dallo schieramento politico difendono a spada tratta questa figura istituzionale e mitologica assieme, metà Presidente e metà divinità pagana.
Decine e decine di persone protese ad ascoltare quanto aveva da dire Marco Travaglio sul Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, indiscusso attore protagonista del suo nuovo libro “Viva il Re”.
Il giornalista e vice direttore de Il Fatto Quotidiano ha salutato i presenti con un ironico “siamo qui per celebrare il vostro illustre concittadino” ed il ghiaccio si è rotto.[divider]
“Viva il Re” presenta il Presidente Napolitano come un monarca settecentesco simil Re sole che tutto può e tutto deve, un intoccabile, una figura da venerare e incensare tanto che ogni possibile critica è intesa come “lesa maestà”.
Caso unico al mondo, oltre che nella storia della nostra repubblica, Napolitano è da sempre – nonostante i fatti lo inseriscano in contesti non proprio limpidi – considerato dalla classe politica oltre che dai media come un’entità non criticabile, un santino da reliquiare e sotto cui accendere un cero; Napolitano salvatore della patria che si immola per spirito di sacrificio per salvare la nazione che versa in un preoccupante stato di emergenza politica oltre che economica e sociale. Da Gronchi in poi, passando addirittura per i Papi, tutti hanno subito critiche. Ma lui no, Napolitano NO.[divider]
Prima di entrare nel vivo della presentazione e spiegare senza indugio e con dovizia di particolari il perchè il Presidente Napolitano – come recita il sottotitolo del libro – ha trovato una Repubblica e l’ha resa monarchia, Travaglio ha fatto leggere alla brava attrice Rosaria De Cicco lo scambio di lettere tra il Presidente e la giornalista Barbara Spinelli e la conseguente intervista tra quest’ultima e Travaglio. Motivo del contendere tra i due era un articolo pubblicato dalla Spinelli in cui veniva duramente criticato il Presidente e che a quest’ultimo proprio non doveva esser piaciuto.
Ma questo è solo uno degli episodi che Travaglio cita e descrive a suffragio della sua tesi.[divider]
Il Re Napolitano secondo Travaglio ha più volte – senza che la Corte Costituzionale su cui ha ben 2 volte giurato lo permettesse – messo il becco in situazioni, compromettendole, bloccandole sul nascere o deviandole modificando di fatto il corso degli eventi. Casi eclatanti sono le sue dichiarazioni sui toni politici da adottare, sulle larghe intese, sulle vicende giudiziarie che coinvolgevano particolari esponenti politici o del mondo bancario o giudiziario (su tutti il caso De Magistris a Catanzaro) fino alle sue concessioni di grazia e la sua rielezione a Presidente alla veneranda età di 88 anni.
Sotto la voce “stato di necessità” – che Travaglio definisce solo una leggenda metropolitana sotto cui si inseriscono gli ultimi 3 anni di storia politica e legislativa italiana – il due volte presidente Napolitano ha agito molto spesso fuori dal recinto costituzionale. Anzi – situazione che Travaglio ha spesso ribadito durante l’incontro – immediatamente dopo aver giurato fedeltà alla Costituzione, Napolitano a Camere riunite in fase di discorso di insediamento ha fortemente richiesto ai partiti presenti di riformarla. Ma come…ci aveva appena giurato??[divider]
Dure, durissime le parole del giornalista nel descrivere quanto compiuto da Napolitano durante i suoi mandati. “Un mandato che dura 14 anni non è un mandato repubblicano ma un mandato monarchico; un diritto divino”. Ed ancora “Napolitano è l’ultimo garante degli equilibri marci che hanno retto la storia d’Italia, un paravento sporco”.
Problema ancora più grave di questo, sottolinea Travaglio, è tutta la pantomima che gli gira attorno: la Boldrini che si erge a Madonna Pellegrina, i giornalisti asserviti alle richieste del Colle, tutti i parlamentari che prescindendo dallo schieramento politico difendono a spada tratta questa figura istituzionale e mitologica assieme, metà Presidente e metà divinità pagana.
Tutto questo culto per la persona-Napolitano è un caso eccezionale che ha destabilizzato anche all’estero ma che soprattutto non fa bene al nostro paese. ” Se più giornalisti, più politici, più opinion leader – sottolinea Travaglio – avessero fatto più critiche, Napolitano avrebbe sbagliato meno”. E giù applausi.
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Guarda le interviste a Marco Travaglio e Rosaria De Cicco