Tiffany, indiscutibile sinonimo di eleganza e femminilità, lancia la campagna Will you, destinata interamente alla promozione di ricercati anelli di fidanzamento per coppie gay. Ebbene, chi l’avrebbe mai detto che un giorno il gioielliere più amato di New York celebrasse la bellezza di un legame non convenzionale come quello tra due affascinanti ragazzi dello stesso sesso? Al centro di una pubblicità accattivante, fermo restando il romanticismo di una promessa. Per la prima volta, i protagonisti della campagna sono (faranno discutere di certo) due uomini dall’aspetto magnetico. Belli, ricchi e innamorati. Finora i gioielli di Tiffany erano associati alla donna quasi per antonomasia, simbolo di una griffe di esclusiva qualità dei prodotti in vendita, il suo prestigio in tutto il mondo. I due giovani al centro dei riflettori sono anche una coppia nella vita, e questo rende l’iniziativa ancor più lodevole. L’amore ostacolato in questo caso non trova posto, vero fulcro della campagna resta il gioiello, nella sua scatolina verde, un tempo riservata alle speranze di matrimonio di ricche donzelle. Da questo momento, anche i bei ragazzi possono vantare di aver ricevuto, magari per San Valentino, quel solitario che tutti ardono di avere al dito. Come recita la frase: “un diamante è per sempre”. Che un gioiello resti è una idea discutibile, lasciamo aperta la riflessione in merito. E’ evidente però che le comunità gay hanno subito accolto la notizia con entusiasmo, così come sui social media è già impazzata la mania Tiffany per lui. Ma, viene da chiedersi, come mai lanciare una campagna del genere proprio in vista di San Valentino? Trovata commerciale? Operazione di marketing? Può darsi. D’altronde non sarebbe la prima volta e nemmeno l’ultima. In previsione del boom di regali e pensierini per la festa degli innamorati le grandi firme si preparano per rimpolparsi, magari dopo periodi di magra. Non è il caso di Tiffany. E anche se fosse così, esiste una soddisfazione maggiore nell’aver reso un dono come il sorriso sul volto di un innamorato? Quello di un uomo che si sente ogni giorno meno “vergognosamente” gay, e più felice di amare senza dare giustificazioni? No, non è importante polemizzare, sapere se Tiffany abbia agito per motivi di natura lucrativa (ma poi c’è qualcosa di dannoso in una operazione simile?!), sfruttando, potrebbero obiettare alcuni, la sete di rivendicazione, di orgoglio, di parità propri di una relazione omosessuale. Ma, ripeto, è così importante? Non credo. Perciò, auguri alla giovane coppia che oggi può dire di avere due gioie nel cassetto: un diamante e un uomo da sposare. Invidiosi, via!
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