All’interno del Partito Democratico regna il caos e non è la prima volta. All’ordine del giorno la questione tesseramenti che, secondo il Segretario Guglielmo Epifani, dovrebbe fermarsi al prossimo week end – almeno per i nuovi iscritti, per quelli tesserati fino al 2012 si andrà avanti normalmente – in vista delle convenzioni nazionali. Il sindaco di Firenze Matteo Renzi non si oppone e subito cambia il focus del discorso lanciando una provocazione su twitter in cui sottolinea la necessità di tornare a discutere di “questioni concrete”.[divider] Più credibile il parere favorevole allo stop di Gianni Cuperlo – candidato numero due alle primarie- che, anzi, sembri aver spinto la decisione di Epifani. Il desiderio di fondo sembra essere quello di evitare possibili lievitazioni di tessere last minute, visto che il tesseramento a un partito politico – da che mondo è mondo – prevede militanza, partecipazione e coinvolgimento diretto. Il primo obiettivo del Mattatore, come al solito, sembra quello di corteggiare elettori delusi dal centro destra e desiderosi di cambiamento, ma per trovare malcontento non serve andar lontano, ma basta guardare con più lucidità all’interno del PD in cui questi sentimenti sono giornalieri. [divider] Ma c’è chi dice no, come direbbe Vasco, e si tratta di Civati e Pittelli che non serve a nulla questa decisione se l’obiettivo è ridurre i brogli, e che bisognerebbe affidarsi all’apposita commissione di garanzia invece di credere al “tutti colpevoli, tutti disonesti”. Molti credono che questa sia solo una mossa anti-Renzi; alcuni pensano che sia contro la candidatura di quattro aspiranti leader al posto di tre così come prevede la convenzione. Fatto sta che tutti questi dissidi all’interno del Partito Democratico non aiutano i poveri elettori ormai annoiati e stanchi di querelle tra coloro che invece di dare risposte continuano a farci porre domande.
Rossella Pardi