[dropcap]L[/dropcap]a pratica di smaltire o riciclare i rifiuti speciali va avanti da oramai troppi anni. Nessun cambiamento nel tempo, si continua come nulla fosse, sempre negli stessi luoghi. Denominata “ Terra dei Fuochi”, questa vasta area va dal basso casertano fino a raggiungere i comuni napoletani, tra cui Caivano, Giugliano, Nola, Acerra, dove ogni giorno si sequestrano tonnellate di frutta e verdura perché avvelenate: l’ormai noto “triangolo della morte” è seminato di tumori. I cittadini aspettano un intervento delle istituzioni, una risposta concreta al problema, ma non ci sono e tutto tace.[divider]Lo scorso 5 ottobre i casalesi e i caivanesi hanno finalmente detto “basta” a questo enorme scempio scendendo in piazza. Hanno attraversato in marcia Orta di Atella, Frattaminore, Crispano, fin a raggiungere Caivano. La gente si è scagliata contro il biocidio che sta ammazzando vittime troppo giovani, troppo velocemente, troppe negli stessi luoghi.
Sono tanti i bambini affetti dalla Leucemia Meloide Acuta, e tanti altri non sono mai nati. “Da poco ho perso mio figlio al terzo mese di gravidanza” – ha detto una ragazza in lacrime -. È la quarta volta che mi capita”. A partecipare sono stati veramente in tanti: Alla Chiesa della Madonna di Campiglione, tappa finale, sono arrivati quasi 60mila persone che si sono aggiunte alle 20mila scese nei precedenti giorni ad Aversa, Acerra, Casal di Principe.
Ad attenderli c’è stato il parroco anticamorra don Maurizio Padricello, simbolo della lotta ai roghi tossici ed all’interramento dei rifiuti, il quale ha chiesto un intervento da parte del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.
Ma le persone vogliono di più, le parole non bastano e nemmeno le campagne sui social network, questa volta la voce della Campania non può essere ignorata.
Fortuna Russo