
E’ finita l’epoca delle lettere d’amore, degli sguardi rubati e delle serenate al balcone e anche un sentimento forte come l’amore diventa spettacolarizzazione. Quando dichiararsi a quattr’occhi non è più sufficiente, c’è bisogno di esternare il proprio sentimento, gridandolo al mondo, o meglio scrivendolo a caratteri cubitali sui muri, sui monumenti, sulle panchine, nei bagni pubblici e nelle metropolitane.Un modo per lasciare la propria traccia e stupire la persona amata o un semplice atto di vandalismo? Ovviamente i pareri sono contrastanti, ma al di là di quelle che possono essere le opinioni personali, noi abbiamo voluto raccogliere in giro per Napoli queste dichiarazioni così plateali, registrando un fenomeno che nasconde anche tanta voglia di esprimersi e di manifestare i propri sentimenti, a volte anche alla buona,con errori grammaticali e scritte di getto o con simboli e tag.
Se a san Valentino si festeggiano gli innamorati, le testimonianze trovate per le strade cittadine cercano di dare voce proprio a questo sentimento così profondo, da esternare con ogni mezzo a disposizione. Non sono solo dichiarazioni, ma anche dediche per occasioni speciali, auguri di compleanno, scuse in seguito ad una rottura. Insomma, le scritte sui muri della città e in tutti i luoghi pubblici raccontano un universo giovanile che ha bisogno di condividere platealmente le emozioni. Quando la piazza virtuale della bacheca non basta più, i giovani scendono nuovamente in strada per esibirsi nella realtà materiale cittadina e lo fanno in modo vistoso e colorato, riproponendo, in molti casi, la scrittura abbreviata e la simbologia degli sms. Come tweets disseminati per la città, insomma, ai quali si affida il proprio messaggio, spesso anche in forma anonima. Certamente, nella maggior parte dei casi, il valore artistico delle opere è discutibile, ma vogliamo far passare la forma per addentrarci nei contenuti impregnati in questa vernice. Quello che rimane di queste scritte,allora, è tanta voglia di amare e di viversi appieno queste storie e fino a che dura… la “bella favola”.