
L’intervista a Francesco Scarano, patron della pizzeria di Sant’Arpino

Sono trascorsi all’incirca tre mesi quando, nella sera del 9 marzo scorso, il premier Conte annunciò la chiusura, a data da destinarsi, di una grossa fetta di attività produttive. Una notizia che, arrivata come un fulmine a ciel sereno, ha bloccato in casa gli italiani per diverse settimane.
In Campania il lockdown è stato particolarmente rigoroso e tra le attività maggiormente colpite c’è la ristorazione; Difatti, rispetto al resto d’Italia, servizi quali l’asporto ed il take away sono stati resi possibili solo verso la fine di aprile.
Nonostante la difficile situazione, i ristoratori non si sono dati per vinti ed hanno fatto della quarantena forzata un momento di gran riflessione dedicato all’avvenire delle proprie attività.
E’ il caso di Francesco Scarano, patron della pizzeria Tarumbò situata all’interno del complesso Cinema-Teatro Lendi a Sant’Arpino (CE), che in un’intervista telefonica ai nostri microfoni, racconta la sua esperienza post lockdown.

Quando nasce Tarumbò e cos’è la “Very Normal Pizza” ? La pizzeria Tarumbò nasce nel Novembre del 2005 ed è in attività da ben 15 anni. “Catena portante” della mia attività è il pizzaiolo Raffaele Mancino con il quale ho ideato il format “ Very Normal Pizza“; parliamo, dunque, di un prodotto fortemente legato alla tradizione napoletana, che rispettandola non contempla alcun tipo di contaminazioni.
Com’era la situazione prima dell’emergenza?
Prima dell’emergenza lavoravamo intensamente complice l’afflusso di spettacoli teatrali e cinematografici. Il sabato, ad esempio, lavoravamo con una quantità di personale sovradimensionato rispetto al resto della settimana. Oggi la situazione è inevitabilmente cambiata.
Poi è arrivato il lockdown ed una buona fetta delle attività produttive del nostro Paese si sono fermate. Tra i tanti settori colpiti c’è sicuramente la ristorazione. Quali sentimenti ha provato in quella fase?
Nel lockdown ciò che mi ha fortemente condizionato a livello psicologico è stato il non sapere. Il non aver alcun tipo di informazione che ti consente di far progetti, ma soprattutto non aver alcun tipo di notizia su una ripartenza. Uno spiraglio c’è stato quando sono stati varati i primi decreti e ordinanze che ci hanno comunicato via via il da farsi.
In fase di riapertura, causa Covid, ha registrato una diminuzione del personale?
Inizialmente quando ci hanno concesso l’asporto, il personale era composto solo da: fornaio, pizzaiolo e un addetto alle cucine. Attualmente ho reintegrato a lavoro quasi tutti, consentendo al personale di sala di alternarsi. Chi prima lavorava 6 giorni su 6, ad esempio, oggi lavora 2 giorni su 6.
Quali misure avete adottato per accogliere i clienti?
Oltre alle regolari misure anti – Covid conosciute – misurazione della temperatura prima di accomodarsi, distanziamento tra i tavoli e colonnine con gel igienizzati presenti in sala -, al fine di evitare assembramenti, preferiamo la prenotazione.
Abbiamo inserito all’esterno anche dei gazebo dove i clienti possono attendere e dove sono elencate tutte le info utili.

Tuttavia, mi rincresce segnalare che, soprattutto nella fase iniziale della ripresa, tra i clienti c’è stato un dilagante handicap informativo. Questo, a mio avviso, è stato causato dai numerosi decreti che, oltre a generare confusione, sono spesso criptici e di non facile chiarezza. Ad esempio, nella prima settimana di riapertura alla clientela qualcuno non sapeva che fosse permesso accomodarsi.
La distanza di sicurezza è tra le prime misure anti contagio. Il locale come si è organizzato in tal senso?
Prima dell’emergenza eravamo capaci di ospitare 160 coperti all’interno, dove è presente anche uno spazio dedicato ai bimbi, e 240 posti all’esterno.
Oggi, in ottemperanza alle misure anti-Covid, abbiamo dovuto rimodularci e all’interno ospitiamo 70 coperti e 100 posti all’esterno. Ci tengo a sottolineare che altro fiore all’occhiello è l’ampio parcheggio, capace di offrire al cliente la possibilità di sostare l’auto senza troppi problemi.
Ci parli, infine, dell’andamento di questa prima fase di ripresa
Sicuramente oggi, con l’assenza di proiezioni, registriamo una clientela che non arriva a caso, ma ci conosce e ci sceglie. Questo periodo di fermo è stato utile per riflettere ed elaborare prossimi progetti futuri. Che la rinascita possa essere sempre più rigogliosa e speriamo che questa situazione d’emergenza possa migliorare sempre più.
(Foto di Francesco Sollo)