
Piccolo gioiello tra l’Etna e lo Ionio cristallino, Taormina non è solo un paradiso terrestre per i turisti, ma un vero e proprio punto di incontro tra cultura, arte e incanto. Ogni anno, a giugno, questa città sospesa tra cielo e terra diventa palcoscenico internazionale con il suo Taormina Film Festival, appuntamento imperdibile per tutto il panorama cinematografico, tra i più antichi d’Europa.

Nato nel 1955 e da allora ospitato nel millenario Teatro Antico, il festival è un vero vanto italiano fuso tra bellezza naturale, cultura contemporanea e patrimonio storico. Il vero protagonista del Festival è lo stesso teatro, con quella platea immersa nell’infinito: qui le proiezioni filmiche diventato dei riti collettivi, in bilico tra rimandi al mondo classico greco e le storie che fuoriescono dal grande schermo.
Quest’anno, l’edizione del Taormina Film Festival 2025 segna il ritorno di Tiziana Rocca alla direzione artistica, figura che negli anni ha saputo far conciliare visione fuori confine e radicamento locale. La Rocca ha rilanciato con fermezza la sezione “Concorso Internazionale”, puntando su un programma che unisce film in anteprima italiana, nuove voci del cinema indipendente e titoli dal respiro globale. L’obiettivo è chiaro: fare di Taormina non solo una vetrina, ma un laboratorio culturale dove il cinema non si limita a essere proiettato, ma viene discusso, amato e riletto.

Il manifesto ufficiale di questo festival 2025 rende omaggio a Malèna, il capolavoro del regista Giuseppe Tornatore, che sa sempre contribuisce a rendere il cinema italiano tra i più amati del mondo. C’è dunque aria di nostalgia, dove l’immagine iconica dell’iconica Monica Bellucci, che sfila in piazza tra sussurri e sguardi, diventa simbolo di una femminilità malinconica e potente. E’ una macchina del tempo che riporta le memorie di tutti a quelle radici, non solo geografiche ma anche sentimentali.
Il programma prevede, oltre alle proiezioni serali, anche incontri con registi e attori, masterclass e momenti di dialogo tra professionisti e pubblico. È proprio questo uno dei tratti distintivi del festival: la sua atmosfera intima, dove star internazionali possono passeggiare tra vicoli e rattate (granite), e dove ogni proiezione è un’occasione per discutere, emozionarsi e riflettere.

La selezione di quest’anno include film di registi emergenti affiancati a grandi nomi, come ad esempio: “La bocca dell’anima” (Giuseppe Carleo), debutto drammatico ambientato in Sicilia, tra magia, trauma e potere; “Amare amaro” (Julien Paolini) un western familiare che mette in tensione tradizioni multiculturali in un paesino siciliano; “Iddu – L’ultimo padrino” (Fabio Grassadonia & Antonio Piazza), ispirato alla latitanza di Matteo Messina Denaro, racconta la corrispondenza tra un ex-politico e il boss siciliano; e tanti altri.
Tra le colonne antiche e il cielo stellato, ogni film è una preghiera moderna, ogni applauso un’eco che si perde tra le pietre e il vento. Il Taormina Film Festival non è solo un evento: è un’esperienza sospesa nel tempo. È come se il cinema tornasse alla sua origine rituale, quando raccontare una storia significava condividere un destino.
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