[dropcap]Q[/dropcap]uesta è la storia di un uomo, un uomo come tanti ma allo stesso tempo diverso dai più. Non è Indro Montanelli e non ha la “Lettera 22”, ma di certo la postura che assume mentre scrive è la stessa: piegato sulla sua macchina da scrivere, color ocra ed impegnato a batterne i tasti. Quest’uomo osserva e compone seduto sulla “sua” panchina, la sua casa in pieno centro a Napoli, nel cuore della città. Impossibile non accorgersi di lui ed è altrettanto impossibile non notare che sulle sue gambe comodamente c’è “Aurora”, un tenero cane nero meticcio che gli fa le feste. Lo “scrittore” in questione si chiama Domenico, 50 anni, clochard vigoroso e dal faccione simpatico che “scrive al mondo”. Dice che i suoi pensieri liberi li dedica un po’ a tutti: all’ambasciata americana e tedesca, a mezzo governo, al sindaco. I titoli sembrano voler introdurre tematiche scottanti, istituzionali, importanti, ma che, alla fine, si risolvono con un arrendevole e timido “gli amici veri si riconoscono nel momento del bisogno”. Domenico, separato e con figli è veloce nello scrivere e, dopo una breve correzione con la penna, mette i suoi testi scrupolosamente da parte. E subito ricomincia con una nuova storia. [divider]Storie che raccontano di un profondo senso di solitudine che il senza tetto non vuole condividere restando volontariamente lontano da dormitori e mense e dalle loro regole ed orari. L’uomo difende a spada tratta la sua libertà individuale: “Mi hanno chiesto cose che non potevo dare, pena la mia libertà…”. Suo inseparabile amico è una cagnolina, di due mesi, raccolta per la strada e curata dalle ferite procuratele dai morsi di altri cani randagi. La cucciola trova conforto e amore da Domenico che conserva, sotto la panchina, la sua scodella con pasta e carne. Un passato con un lavoro nel settore del turismo ed un presente sostenuto dalla solidarietà di impiegati e negozianti partenopei che, come possono, gli danno una mano. Tra i suoi testi presenti interi progetti, come ad esempio un disegno a penna, raffigurante una vera e propria rastrelliera per le bici con bastoni telescopici a scomparsa, attivabili con una scheda prepagata. [divider]Ad alcuni sembrerebbe un pazzo, un incompreso: invece no, Domenico non è fuori di testa….Domenico è libero. Una storia triste e tenera allo stesso tempo che, si spera, aiuterà le persone a non voltare la faccia dinnanzi ad un “barbone”. I clochard vanno compresi, aiutati ed ascoltati. Dietro una fantomatica pazzia sono uomini e donne estremamente sensibili e vittime, talvolta, di gravi problematiche sociali. Non avranno nulla, la loro casa sarà una squallida panchina, ma rispetto agli altri, stressati e schiavi della società, possiedono un valore inestimabile che probabilmente suscita l’invidia di molti: la libertà. Una libertà che potenzialmente abbiamo tutti, ma che guardiamo da prospettive diverse, molto spesso sbagliate.
Bruna Di Matteo