[dropcap]S[/dropcap]i è sempre ribadito: le donne vittime di violenze fisiche e psicologiche devono denunciare. Ma una volta effettuata la segnalazione, cosa succede? Nella maggior parte dei casi, dopo pochi mesi o anni di carcere, l’incriminato diviene un uomo libero. Libero di continuare la sua macabra condotta di molestatore e stalker. Lo scenario appena descritto è quanto accaduto a Boscoreale, in provincia di Napoli. Infatti, un 47enne, appena uscito dal carcere dopo aver scontato due anni di reclusione per il reato di stalking, ha continuato a perseguitare la stessa vittima, l’ex moglie di 41 anni. Così i Carabinieri della Stazione locale hanno eseguito un‘ ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Torre Annunziata. I militari hanno accertato che tra il 23 marzo ed il 10 maggio 2013, l’uomo, tra l’altro anche in evidente stato di agitazione psicofisica indotta dall’assunzione di droghe e di alcool, aveva minacciato di morte la donna, sostando per lunghi periodi davanti alla sua abitazione e, in una circostanza, ha addirittura aggredito il figlio maggiorenne tentando di toglierlo alla madre.[divider] Durante il giorno, inoltre, seguiva la donna ossessivamente. Il suo modo di fare, combinato agli altri, ha causato nella ex moglie un forte stato di alterazione psichica. Malessere già vissuto, dato che la 41enne il 26 marzo 2010, per difendersi dalle continue vessazioni e maltrattamenti dell’ex marito, era finita in manette perché ritenuta responsabile del tentato omicidio del coniuge. Adesso viene da chiedersi: cosa accadrà? Che l’uomo sconti un altro paio di anni in prigione e poi la storia ricomincerà? O che la donna arrivi ad un gesto estremo? Perché la giustizia permette che queste violenze non arrivino mai ad una fine? Ma soprattutto, come può una vittima di abusi e persecuzioni avere fiducia nella giustizia? E’ arrivato il momento che la legge aumenti la severità dei provvedimenti, in modo da abolire, una volta per tutte, episodi tanto vergognosi e recidivi.
Bruna Di Matteo