
Agli inizi di marzo, in pieno fase 1, scrissi del fenomeno dell’aumento ingiustificato dei prezzi, soprattutto di quelli di prima necessità e della commercializzazione di dispositivi di protezione prive del marchio CE. Queste condotte, lo ricordo, configurano, nel primo caso, il reato di «manovre speculative su merci» punite dall’articolo 501-bis del codice penale e nel secondo la «frode in commercio» (articolo 515 del Codice penale).
Ebbene come staranno andando le cose in questa piena fase 2?
Chiunque faccia la spesa in questi giorni non può che confermare questa tendenza all’aumento, perché come ogni pessima abitudine italica, ogni emergenza diventa subito normalità.

E allora che fare?. Il primo consiglio è di ricordarsi di chi specula in questo momento e di farsi dimenticare come cliente non appena le cose torneranno alla normalità.
E poi c’è sempre lo strumento della denuncia: alla Guardia di Finanza (al numero 117) , alla Polizia Locale e, dalla fine di aprile, anche all’Osservatorio Regionale Prezzi istituito dall’Amministrazione Regionale proprio con la funzione di monitorare e contrastare ogni fenomeno di distorsione del mercato generato dall’imposizione di prezzi sproporzionati a seguito degli effetti dell’emergenza epidemiologica da COVID 19.
A tal fine è stata attivata un’apposita casella di posta elettronica alla quale potranno essere inviate le segnalazioni: osservatorioprezzi.covid19@regione.campania.it.
L’Osservatorio è presieduto dall’assessore alle Attività Produttive ed è costituito dai rappresentanti delle Prefetture, della Guardia di Finanza, dell’Anci Campania, di Unioncamere Campania e delle associazioni dei consumatori, tutti soggetti che avrebbero dovuto sensibilizzare i consumatori sull’esistenza dell’Osservatorio.
Non mi sembra che ci sia stata tanta “sensibilità” in tal senso e allora ci provo io e, diciamolo a chiare lettere, chi non denuncia è complice.