[dropcap]U[/dropcap]ccisi, scomparsi, arrestati e torturati: è successo tutto questo negli ultimi due anni a molti giornalisti – sia stranieri che siriani – impegnati nella cronaca del conflitto in Siria.
A ricordarlo oggi è Amnesty International in occasione della Giornata della Stampa libera, mentre non si hanno ancora notizie dell’inviato della Stampa Domenico Quirico, di cui si sono perse le tracce dopo essere entrato nel paese il mese scorso. “Tutte le parti in conflitto violano le leggi di guerra, sebbene le dimensioni degli abusi commessi dalle forze governative rimangono molto più grandi”, ha affermato Ann Harrison, vice direttore del programma per il Medio Oriente e il Nord Africa di Amnesty.
Secondo l’organizzazione per la tutela dei diritti umani, dal marzo del 2011 sono stati uccisi non meno di 36 giornalisti, sia professionisti sia attivisti locali impegnati nella copertura degli eventi. “Attacchi deliberati ai civili, compresi i giornalisti, equivalgono a crimini di guerra, i cui responsabili devono essere portati davanti alla Giustizia” – ha sottolineato Harrison.
Oltre che di Quirico, non si hanno più notizie nemmeno di altri due giornalisti stranieri: i freelance americani Austin Tice e James Foley. Tice, 31 anni, è scomparso il 13 agosto 2012 e secondo la versione del Dipartimento di Stato Usa è probabilmente finito in mano a milizie lealiste. L’ultima volta è stato avvistato tra Homs e Damasco, nella stessa regione dove si presume sia scomparso anche l’inviato della Stampa. Foley, 39 anni, è scomparso invece nella regione di Idlib lo scorso 22 novembre.
Vincenzo Nigri