Venerdì
22 febbraio (ore 20.30), nell’ormai storico salotto teatrale di casa Bonadies a
Portici, per il Teatro cerca Casa va in scena “Sinnò me moro. Canzoniere
della Mala”, progetto nato con l’intento di ripercorrere il filone
musicale, teatrale e letterario che racconta le espressioni di vita ai margini,
i bassifondi e le delittuose trame di malavita. In scena, l’interprete
Antonella Morea accompagnata al pianoforte da Vittorio Cataldi; lo spettacolo
si avvale delle ricerche bibliografiche di Delia Morea. Per partecipare agli
eventi della rassegna organizzata da Livia Coletta e Ileana Bonadies, è
necessaria la prenotazione chiamando al 3343347090 – 3470963808 – 081 5782460,
oppure attraverso il sito www.ilteatrocercacasa.it. A chi prenota verrà svelato
l’indirizzo dell’appartamento che ospita lo spettacolo.
“Sinnò
me moro. Canzoniere della Mala” ripercorre un genere che ha origini nei
canti tramandati dal popolo e che ha avuto ampia diffusione in Italia,
soprattutto a Napoli con Raffaele Viviani, che cantava e raccontava del
sottoproletariato urbano napoletano attraverso i suoi tipi, tra cui il
guappo, la prostituta, i carcerati, un filone che arriva fino alla Sceneggiata delle
compagnie teatrali napoletane come la Cafiero-Fumo, in cui c’è sempre il
personaggio del “buono” e “’o malamente” e, nel finale, il bene prevale sul
male. In tempi più recenti, lo stesso repertorio è stato ripercorso da Roberto
De Simone con il suo “Canto dei Filangieri”. All’inizio degli anni
’60 anche Giorgio Strehler, a Milano, ripesca le canzoni della “Mala” del nord e
nobilita il genere accogliendolo al Piccolo Teatro di Milano e inventando
Ornella Vanoni come nuova musa del filone. Milano è anche il regno di un
nuovo, ironico e realista cabaret e di personaggi come Jannacci e Gaber, che
scrivono anche canzoni con un occhio rivolto al genere, così come fa a Genova il
poeta cantautore Fabrizio De Andrè. Stessa cosa accade a Roma, dove c’è
Gabriella Ferri a reinterpretare lo stile popolare, mentre in Sicilia è Rosa
Balistreri a cantare la voce del popolo e, naturalmente, dei reietti.
Alle parole in musica
musica si aggiungono quelle dei libri: in testi teatrali e romanzi indimenticabili come
“Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” di Carlo Emilio Gadda, il noir assurge ai fasti letterari. «Il nostro progetto — spiega Antonella
Morea —, che intende dare un’immagine più stilizzata del genere, tenterà di
intraprendere un viaggio complesso tra i sentieri della “Mala”, recitandola e
cantandola, dando voce così a canzoni popolari o d’autore di tutto lo Stivale, come appunto quelle
di Raffaele Viviani, Enzo Jannacci, Giorgio Gaber, e a brani letterari tratti
da Carlo Emilio Gadda, George Simenon, Raymond Chandler, Giorgio Scerbanenco,
Attilio Veraldi, Giuseppe Ferrandino e altri».