
“Se sono ancora vivo io, c’è speranza per tutti“ ironizza Vasco Rossi alla presentazione del suo nuovo album, “Siamo qui“, in uscita il prossimo 12 novembre, rivelandosi “deluso” perché sarebbe dovuta andare in un modo diverso. “Questo non è il migliore dei mondi possibili, ma è il mondo che c’è e dobbiamo lottare, vivere, imparare dagli errori e non aver paura di commetterne”.
Ha sempre avuto il coraggio di cantare ciò che pensa, Vasco. “In queste canzoni ci sono le mie più grandi certezze, dalle quali non si torna indietro”. Il brano che dà il titolo all’album avrebbe voluto chiamarsi “Siamo qui, pieni di guai“, e non per la pandemia, che è venuta dopo, ma per i cosiddetti “Guai esistenziali” perché “Abbiamo dimenticato quello che siamo e pensiamo di essere quello che abbiamo. L’età della tecnica ha tramutato l’uomo da homo sapiens ad homo consumens, rendendolo schiavo dei mezzi di comunicazione e del consumismo. Una società in cui non si è altro che numeri, si mira esclusivamente al tornaconto personale ed il valore umano è snaturato dalla funzionalità“, come sostiene Galimberti.
Vasco parla sempre al plurale, perché non è mai stato un profeta o un cattivo maestro; a suo avviso gli artisti raccontano quella che è la realtà o come la vedono. “Il condizionamento dei giovani non parte dagli artisti bensì dai giornali, dalle tv, dalle pubblicità, creando modelli sbagliati e assurdi e frustrazioni. Se fossi capace di influenzare la realtà lo farei davvero, ma la gente fa quel che vuole“.

In XI comandamento canta “Non puoi discuterci con l’ignoranza“. “Dai nuovi governanti noi non ci aspettiamo solo nuove leggi speciali, ma un vero e proprio XI comandamento” che “Sarà di amare loro più di qualunque altra cosa: in Italia esiste una propaganda di odio, seminato odio da politicanti irresponsabili che solo per avere qualche consenso in più sono pronti a cavalcare le paure della gente, a far diventare tutti più cattivi”.
Nell’album c’è anche l’amore:” Mi sono divertito a raccontare quali sono i rapporti di oggi, la sessualità fluida che c’è oggi, e ci sono le donne, che in cerca della parità hanno forse trovato la disparità perché credo ci sia uno sbilanciamento a discapito dell’uomo, che vedo molto confuso. Le donne hanno tutte le ragioni ma sono un po’ in preda a loro stesse ultimamente“. E soprattutto c’è lei, la musica. Vasco ammette di essere andato un po’ in crisi quando i concerti sono stati rimandati per la seconda volta: “Capisco, non c’erano le possibilità; mi sono reso conto che l’obiettivo più importante della mia vita viene a mancare se non faccio più concerti, ho cercato hobby, provato ma ho capito che senza la musica io non sono nulla“.
E finalmente, dopo il nuovo album arriveranno anche i concerti: si comincia il 20 maggio da Trento per arrivare, in undici date, il 30 giugno allo stadio Olimpico di Torino.